Mondo, 14 novembre 2019

“La Svezia e le 100 esplosioni”, anche i mass media si accorgono del fallimento del multiculturalismo svedese

Quando il presidente americano Donald Trump menzionò, durante un comizio nel febbraio 2017, la Svezia quale esempio di paese occidentale rovinato dall'immigrazione di massa e dal multiculturalismo i mass media, la sinistra e lo stesso governo svedese cercarono di nascondere la scomoda verità, cercando di smentire e ridicolizzare Trump per le sue affermazioni. Trump, quando aveva menzionato la Svezia, si stava riferendo a un servizio andato in onda su Fox News la sera prima in cui veniva intervistato un giornalista che si era recato nel paese scandinavo per approfondire ciò che ormai da anni si sentiva parlare sui media locali o “alternativi”, ossia della nascita di quartieri problematici, talvolta chiamati “no-go zone”, abitati prevalentemente da immigrati in cui i tassi di criminalità sono nettamente superiori alla media del paese, dove spesso vige la sharia e i servizi pubblici, come polizia e ambulanza, non possono, o difficilmente, entrare.

Una particolarità, probabilmente unica in Occidente, della Svezia è la frequenza con cui avvengono esplosioni. Una pagina di wikipedia intitolata “lista di attacchi con granate in Svezia” (clicca qui) riporta decine di attacchi ogni anno in cui sono state usate granate a mano, fenomeno cresciuto notevolmente nel 2015 (vedi grafico sotto), anno in cui arrivarono in Europa e in Svezia centinaia di migliaia di migranti, perlopiù dal medio oriente.



Dopo aver passato anni ad ignorare il fenomeno ora anche la grande stampa si sta interessando del fenomeno. Dopo Fox News nel 2017, canale TV più visto negli USA, è la televisione pubblica britannica BBC a riferire di un esplosione avvenuta a giugno a Linkoping in cui 25 persone rimasero ferite. Nell'articolo, pubblicato lo scorso 12 novembre (disponibile qui, in inglese) la BBC oltre a riferire dell'evento si interessa
del fenomeno delle esplosioni nel suo complesso. Cita un criminologo che sostiene che l'unico paese al mondo comparabile alla situazione svedese è il Messico dei cartelli.

Sorprendentemente, per la BBC che in patria viene spesso accusata di essere di sinistra, viene citato un quadro dell'intelligence svedese che sostiene che la maggior parte degli autori di questi attacchi hanno un passato migratorio (anche se in seguito vengono citate due persone che sostengono che l'origine degli autori sarebbe irrivelante).

Viene anche affrontato il fatto di come i media svedesi ignorano, o coprono poco, il fenomeno e anche se viene menzionata una persona che afferma che la televisione pubblicane parli poco o per nulla, nell'articolo viene menzionato uno studio secondo cui gli atti criminali sarebbero l'evento più coperto dai media svedesi e poi, per giustificare il fatto che il fenomeno non ricevi la dovuta attenzione, viene citato un professore che sostiene che in Svezia si ha ormai la sensazione di essere un esempio del fallimento del multiculturalismo e delle politiche di sinistra (“a torto, nella maggior parte dei casi” dice lui) e che quindi è normale che i media siano reticenti a parlare di fenomeni negativi in cui è dato per scontato che gli autori siano persone straniere o con origini straniere.

L'articolo termina poi con un abitante di Sodermalm che sostiene che la soluzione al problema della criminalità e delle gang straniere sarebbe “maggiore integrazione”.

Anche se vengono proposte diverse giustificazioni e minimazzioni per la situazione eccezionale che la Svezia sta vivendo a causa dell'immigrazione di massa, il fatto che un mass media della BBC ammetta che ci sia un problema è comunque un notevole passo in avanti. E finora non sono giunte repliche ironiche dall'ambasciata svedese, come quella del 2017 quando offrì al presidente Trump di “informarlo sulle politiche migratorie della Svezia” per aver affermato praticamente la stessa cosa che, 2 anni dopo, riferisce la BBC.

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