Svizzera, 15 ottobre 2019

Inciucio PLR-PPD, "la lunga coda di paglia dei novelli sposi"

*Dal Mattino della Domenica. Di Lorenzo Quadri

All’interno del nuovo partito unico euroturbo PLRPPD, il nervosismo cresce proporzionalmente all’avvicinarsi dell’appuntamento con le urne. Ed infatti la recente presa di posizione del Consigliere di Stato leghista Norman Gobbi a proposito delle congiunzioni di liste ha provocato travasi di bile. Che si sono poi tradotti in lettere ai quotidiani da parte dei vertici - o di facenti funzione - dei due partiti “novelli sposi” pro-cadreghe. Quando si dice la coda di paglia!

Che tra la congiunzione di liste tra Lega ed Udc e l’inciucio cadregaro contronatura tra PLR e PPD ci sia un abisso, è evidente anche a quello che mena il gesso. La congiunzione di liste tra Lega ed Udc per le elezioni federali è basata su solida comunanza di temi (non su tutti, ovviamente, dato che le due formazioni non sono la fotocopia una dell’altra; ma sugli argomenti più importanti per il futuro della Svizzera, a partire dalla necessità di sventarne la svendita all’UE ad opera della partitocrazia, sì); i deputati leghisti fanno parte del gruppo Udc alle Camere federali; ed inoltre in numerosi comuni le liste Lega-Udc sono una realtà consolidata da decenni. L’improvvisata congiunzione tra ex partitone e PPD, decisa dai vertici senza consultare la base, non ha per contro alcun contenuto… se non le cadreghe.

Senza risalire ai tempi, nemmeno poi troppo lontani, in cui gli esponenti dei due partiti cosiddetti storici si prendevano a fucilate e ci scappavano morti e feriti, ancora lo scorso aprile, alle elezioni cantonali, liblab ed uregiatti se le suonavano (metaforicamente) di santa
ragione. In tempi recenti hanno votato in Gran Consiglio contro la possibilità di congiungere le liste e livello cantonale e comunale, bollata come una truffa.

Ohibò! E, interpellati sul futuro del matrimonio di comodo pro-cadreghe, ovvero se questo va inteso come foriero di alleanze anche a livello cantonale, i presidenti di PLR e PPD hanno menato il can per l’aia producendosi in imbarazzanti arrampicate sui vetri. Cos’altro serve per chiarire che il matrimonio PLR-PPD è semplicemente una farsa per imbrogliare i votanti? Poiché la cadrega che traballa è il secondo seggio uregiatto al Nazionale, mentre i liblab alla camera bassa non rischiano nulla, chi vota scheda PLR deve avere bene in chiaro che il suo voto viene “de facto” trasferito al PPD. Nell’elettorato PLR (come del resto in quello PPD) ci sono però numerosi cittadini che sono contrari alla svendita della Svizzera all’UE (altrimenti non si spiegherebbe l’esito delle votazioni popolari sul tema) come pure all’imposizione di demenziali ecobalzelli ed eco-divieti, che si tradurranno in vere e proprie rapine ai danni dei cittadini.

Questi elettori liberali si chiedano se ha senso trasformarsi nella croce rossa del “nemico storico”, col risultato di appoggiare la svendita del paese ai balivi di Bruxelles e l’assalto alle tasche dei cittadini nel nome dell’isterismo climatico, o se fare una scelta diversa, improntata sui temi. E sul tema fondamentale dei rapporti con l’UE, gli schieramenti sono solo due: chi difende la Svizzera (Lega e Udc) e chi la svende (gli altri). Vale la pena pensarci!

*Edizione del 12 ottobre

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