Svizzera, 12 ottobre 2019

Il Partito Socialista ha fatto entrare un terrorista a Palazzo federale

Il Partito socialista svizzero ha invitato a Palazzo federale un cittadino iracheno condannato per sostegno a organizzazioni terroristiche. Lo si è scoperto grazie a rivelazioni del "Schweiz am Wochenende" e, i diretti interessati, hanno poi confermato la notizia con un comunicato (per qualche motivo non disponibile sul sito della sezione ticinese) in cui il PSS, in sostanza, si scusa e minimizza le proprie responsabilità dell'accaduto.

Il comunicato del PS, pubblicato venerdì pomeriggio, porta un titolo banale: "Il PS cerca il dialogo all'interno dell'opposizione turca". Eppure, più avanziamo nella lettura del testo, più il suo contenuto è esplosivo. Il PS si scusa categoricamente per aver portato al Palazzo federale un uomo condannato dal Tribunale penale federale a diversi anni di prigione per "sostegno al terrorismo". Una strana concenzione della ricerca del dialogo.
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Com'è possibile? Il PS spiega che da diversi anni incoraggia il dialogo tra i diversi partiti dell'opposizione turca. Questo per promuovere una prospettiva alternativa al potere del presidente Erdogan. Lo scorso 11 settembre (!), i socialisti avevano invitato i massimi rappresentanti del Partito popolare repubblicano (CHP) e del Partito popolare democratico (HDP) a un incontro presso il Palazzo federale. "L'incontro presso il Palazzo federale è stato aperto alle parti interessate".

Il problema? Un "intruso" ha potuto partecipare all'incontro. "L'uomo, usando uno pseudonimo, si era presentato come reporter di Diaspora TV un serio canale televisivo, che collabora anche con la SSR", osserva il PS. In effetti, la persona era, come detto, già nota alla giustizia svizzera, per essere condannata dal Tribunale penale federale a diversi anni di prigione.

E chi è questo "intruso"? Identificato dalla stampa svizzerotedesca con le iniziali R.S., è un cittadino iracheno giunto in Svizzera nel 2004 come migrante economico e da allora fino al 2012 ha beneficiato di 361'777 franchi di assistenza sociale. Nel 2014 è stato condannato per "sostegno di un'organizzazione terroristica"e , come si legge nella sentenza del Tribunale penale federale, RS ha "sostenuto un'organizzazione terroristica di propria iniziativa per un lungo
periodo di tempo".

Nello specifico, R. S. aveva sostenuto ideologicamente Al-Qaeda e "rafforzato mediante attività di propaganda, il potenziale del gruppo Al Qaeda", si legge sempre nella sentenza. Tra l'altro con la "glorificazione di crimini violenti". L'iracheno ha inoltre co-fondato il forum online "Dorbeen" che ha utilizzato per fare propaganda a Al Qaeda. Nel complesso, si tratta di "un supporto significativo per l'organizzazione criminale Al Qaeda", afferma il verdetto del Tribunale penale federale.

L'uomo era stato condannato quindi a tre anni e due mesi di detenzione, condanna poi confermata in appello nel 2016, ed è stato liberato il 9 ottobre 2018, dopo aver passato due anni in prigione.

L'Ufficio federale di polizia (Fedpol) ritiene tuttavia che l'uomo continui a rappresentare una "minaccia significativa e concreta alla sicurezza interna ed esterna della Svizzera", come riferiva allora l'"AargauerZeitung". Ha quindi richiesto un ordine di espulsione contro il cittadino iracheno.

Ma, a un anno di distanza, R.S. è ancora in Svizzera, a causa dell'attuale procedura che richiede l'approvazione del Dipartimento di Giustizia e Polizia (DFGP, dipartimento diretto fino a poco tempo proprio dalla socialista Simonetta Sommaruga), fa sapere la Fedpol, interpellata dal "LuzernerZeitung". Guido Balmer, portavoce del DFGP conferma: "L'approvazione è pendente al DFGP".

Per l'accaduto il presidente Christian Levrat si è cosparso il capo di cenere. "Ci scusiamo ufficialmente con i servizi parlamentari e altri presenti. Se avessimo saputo del passato della persona in questione, non avremmo gli certamente permesso di partecipare a questo incontro. In futuro, eserciteremo un controllo ancora maggiore su coloro che intendono partecipare a tali incontri."

Ma perché il PS improvvisamente presenta queste scuse un venerdì pomeriggio a un mese dell'accaduto? La vicenda è stata rivelata dalla stampa svizzerotedesca giovedì e i vertici del partito sono stati messi al corrente tra giovedì sera e venerdì mattina. Il presidente Levrat ha quindi deciso in giornata di ammettere quanto accaduto, questione di mitigare l'impatto della notizia.

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