Opinioni, 12 ottobre 2019

Svendita della Svizzera e isterismi climatici

Il tema fondamentale delle prossime elezioni federali sono i rapporti con l’Unione europea. Nei prossimi anni – quindi nel corso della legislatura che sta per iniziare - si deciderà se la Svizzera continuerà ad esistere come Stato indipendente e sovrano, o se verrà ridotta ad una colonia dell’UE. Il tema fondamentale viene però oscurato, di proposito, con l’isterismo climatico. Gli scienziati pronti a mettere in discussione dei catastrofismi ormai assurti a furor di marketing al rango di verità rivelate, di dogmi incontrovertibili, non mancano.

Eppure, in barba ad ogni razionalità, partiti e politicanti a caccia di cadreghe fanno a gara nel cavalcare la cosiddetta “onda verde”. Non perché ci credano, sia chiaro. Ma solo perché terrorizzati dal pensiero che una posizione non allineata ai nuovi diktat climaticamente corretti (?) possa nuocere in termini elettorali. Se perfino un partito che dovrebbe essere “liberale” inserisce nel proprio programma (!) la tassa sui biglietti aerei, vuol dire che siamo messi male. Ma quanto accaduto al Consiglio degli Stati durante l’ultima sessione è davvero inquietante. A maggioranza bulgara, i “senatori” hanno lanciato la fatwa contro i riscaldamenti a nafta, di fatto vietandoli dal 2023 in caso di rinnovo (ma si sono chiesti, lorsignori, quanti posti di lavoro cancelleranno con una simile decisione?) per poi passare ad inventarsi una pletora di tasse e balzelli, oltre che sull’olio combustibile, sulla benzina e sui biglietti aerei.

Queste decisioni sono un vero e proprio attacco della casta al ceto medio e basso, che ne esce impoverito e bastonato. Perché è chiaro che a trovarsi in bolletta sarà chi già fatica ad arrivare a fine mese. I ricchi, degli ecobalzelli potranno farsene un baffo. Chi ha bisogno dell’automobile per andare a lavorare, magari perché vive in una zona discosta, non potrà far altro che continuare ad usarla, pagando la benzina a prezzi spropositati. Chi tira la cinghia
dovrà regolare il termostato a 15 gradi. Eccetera. Nelle zone di confine, poi, sarà il tripudio del pendolarismo del pieno in Italia. Molto ecologico davvero! Al ceto medio e basso vengono imposti pesanti sacrifici per un beneficio ambientale prossimo allo zero, date le dimensioni del nostro paese. Simili politiche dettate dall’isteria, e non dalla ragione, non hanno nulla di svizzero. In altri paesi, i gilet gialli starebbero già manifestando in strada.

Almeno tre considerazioni s’impongono. 1) I fautori dell’isterismo climatico sono contemporaneamente accaniti fautori della libera circolazione delle persone senza limiti. Quella che porta in Ticino ogni giorno 66500 frontalieri (e decine di migliaia di padroncini), molti dei quali arrivano uno per macchina. Ma naturalmente l’invasione da sud, secondo gli eco-millenaristi, non inquina. E neppure l’immigrazione incontrollata. Malgrado sia ovvio che essa aumenta il consumo di risorse naturali. Coerenza? O vuoi vedere che prima della (presunta) emergenza ambientale arrivano sempre e comunque le frontiere spalancate? 2) Sempre i fautori dell’isterismo climatico sono quelli che rifiutano di difendere le prerogative della Svizzera dalle pressioni internazionali, e questo in ogni ambito: dalla sovranità al segreto bancario, passando anche per il diritto a possedere delle armi (votazione dello scorso 19 maggio). “Bisogna cedere, è ineluttabile” dichiarano a propria giustificazione.

Fateci capire: costoro non sono in grado di opporsi alle ingerenze di Bruxelles però pretendono di governare nientemeno che i cambiamenti climatici? E’ già carnevale? 3) Se paragonati agli assurdi ecobalzelli votati dal Consiglio degli Stati, gli aumenti di premio di cassa malati sono meno di briciole. I cittadini siano consapevoli che sostenere l’isterismo climatico significa votare per le frontiere spalancate, per la svendita del paese all’UE e per gli ecobalzelli antisociali, che costituiscono un vero e proprio assalto alle tasche dei cittadini.

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