*Dal Mattino della Domenica. Di Roberta Pantani
Sarà l’ennesima stangata. Ormai abbiamo perso il conto, ma per l’ennesimo anno le famiglie ticinesi (e svizzere) saranno confrontate con un ulteriore aumento dei premi delle casse malati. Questa sta diventando una costante insostenibile. La comunicazione ufficiale dei premi arriverà solo a settembre, guarda caso in piena campagna elettorale in vista delle elezioni federali del 20 ottobre, ma non ci saranno sorprese. Si annunciano già urbi et orbi aumenti di costi, che saranno artificialmente mitigati da un’ottima comunicazione, ma che in realtà peseranno molto sul portafoglio di tutti.
Non possiamo andare avanti così e le soluzioni a questo problema sembrano non essere vicine: ne abbiamo sentite di tutti i colori in questi anni, proposte di aumenti delle franchigie a tre zeri, diminuzioni del catalogo delle prestazioni, limitazioni della libera scelta del medico ecc. A oggi l’unica soluzione praticabile è quella di ritornare al punto di partenza, ossia ad una cassa malati pubblica e sostenibile per tutti. Una cassa malati che copra le prestazioni base, uguali per tutte e tutti gli assicurati. Un’utopia? Non credo, possiamo arrivarci, tenuto conto che in Ticino il tema era già stato lanciato proprio dalla Lega dei Ticinesi e sconfessato poi in votazione popolare a livello svizzero nel 2014.
Sono passati solo 5 anni, ma credo che oggi i numeri sarebbero diversi, perché gli aumenti hanno raggiunto delle cifre insostenibili e il “famoso” ceto medio – che di medio ormai ha unicamente il nome – per poter fronteggiare questi costi ha bisogno dell’aiuto dello Stato. Uno Stato che potrebbe mettere a disposizione le medesime risorse per la creazione di una cassa malati pubblica. Noi siamo disponibili a riaprire la discussione: i temi sociali non sono di esclusiva competenza della sinistra e soluzioni potrebbero essere trovate con un po’ di sano pragmatismo, senza pregiudizi, né preconcetti, con la collaborazione di tutti, insieme. Non è sempre così, soprattutto a livello ticinese. E già che siamo in tema di aumenti…
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