Sport, 06 giugno 2019
CR7 è un alieno, ma questa Svizzera può crescere
La tripletta dell’attaccante portoghese della Juventus ci ha riportato sulla Terra, ma la formazione di Petkovic per 50’ ha mostrato tante cose positive da cui ripartire
OPORTO (Portogallo) – Il sogno di vincere un primo trofeo a livello di Nazionale, il sogno di tornare a vincere una partita a eliminazione diretta dopo 65 anni sono evaporati ieri sera a Oporto sotto i colpi e le reti di quel fenomeno che risponde al nome di Cristiano Ronaldo. Lui e solo lui poteva spezzare l’equilibrio che si era creato per oltre 80’ sul manto erboso del Do Dragão, lo si era capito, lo si era letto tra le righe del filo rosso della semifinale della Nations League che opponeva il Portogallo alla Svizzera e puntualmente si è concretizzato a pochi minuti dal 90’.
Sì perché a lungo la Nazionale ha avuto il merito di giocare molto meglio dei rivali e farlo in trasferta, sul campo dei campioni d’Europa in carica, in una partita che aveva un valore davvero importante (per carità non sarà un Europeo o un Mondiale, ma la neonata Nations League resta una competizione importante) non è cosa da tutti. CR7, però, ancora una volta ha mostrato i limiti e le differenze che ancora ci sono tra la truppa di Petkovic e le nazionali top a livello mondiale.
In questo momento alla Svizzera manca un vero top player a livello internazionale, manca una struttura di gioco che possa mettere in evidenza le qualità di uno o

più singoli, manca la “cattiveria” positiva di punire gli avversari nel momento giusto. L’immagine di tutto ciò è rappresentato dal 2-1 decisivo dell’attaccante juventino: al Portogallo è bastato sfruttare un movimento sbagliato della squadra, un’uscita errata di un difensore per mettere nelle condizioni Ronaldo di sfruttare tutte le sue doti di coordinazione, di potenza e di realizzazione che l’hanno reso celebre in tutto il mondo.
Insomma, la sconfitta rimediata ieri ci taglia fuori dalla possibilità di giocarci la vittoria finale, ma non deve demoralizzarci. Bisogna saper cogliere le cose positive – fino alla verticalizzazione perfetta su Bernardo Silva, ad esempio, la difesa ha retto bene e ha reso impossibile ogni movimento in profondità degli avversari – senza dimenticare i punti negativi su cui bisogna migliorare. Nel secondo tempo, trovato il pareggio, la Svizzera si è fermata e non ha praticamente creato nulla, venendo meno sempre nel momento dell’ultimo passaggio, Sommer non è apparso reattivo in occasione della prima rete (la prima punizione dell’anno siglata da CR7). Sono piccoli dettagli, magari, ma per essere al top e fare qualche salto in avanti… sono proprio questi piccoli dettagli a fare la differenza.