Ticino, 20 maggio 2019

"Io, drogata con un sorso di birra da un albanese". Quattro anni di carcere al criminale

I fatti risalgono a 7 anni fa, ma la sentenza è stata emessa solo lo scorso maggio. Il Tribunale di Yverdon ha infatti condannato un uomo di 39 anni a quattro anni di carcere. E nel “pacchetto” che ha portato alla pena c’è anche la storia di Laura (nome di fantasia), raccontata stamane dalla Regione.

Laura, oggi 28enne residente nel Mendrisiotto, sette anni fa viveva, prima per studio e poi per lavoro, a Le Bey, frazione di Yverdon-les-Bains nel Canton Vaud.  Il vicino di casa è proprio 39enne di origine albanese recentemente condannato. Una persona all’apparenza normale. “Una sera - racconta oggi Laura alla Regione - mi ha invitato a casa sua per fare due chiacchiere e bere una birra. Una serata tranquilla”.

Dopo un sorso, però, la ragazza inizia ad avvertire strane sensazioni: “Ho sentito caldo e vedevo delle stelle, parlavo a raffica senza fare pause. Ho capito che c’era qualcosa che non andava”. Il 39enne le propone un massaggio alle spalle per tranquillizzarla, ma poco dopo vuol passare ad altro. E in un lampo di lucidità Laura capisce che deve andarsene. L’indomani si reca in ospedale e scopre che nel suo sangue ci sono tracce di Mdma. Il 39enne, insomma, aveva tentato di drogarla per approfittarsi di lei. Scatta la denuncia
alla polizia ed è lì che Laura capisce che il suo vicino è tutt’altro che uno stinco di Santo.

A carico dell’uomo c’è infatti un’altra denuncia. Una donna rumena nel 2010 fu convinta a trasferirsi in Svizzera con la promessa di trovare un lavoro. Ma una volta arrivata nel nostro Paese, c’erano solo gli spazi di un salone di massaggi erotici a Yverdon. Da dicembre 2010 a febbraio 2011, la donna è stata obbligata – dietro minacce – a prostituirsi e a dare la metà dei guadagni alla coppia. Questo fino alla sua fuga e alla denuncia. Ma non è tutto perché, nel 2011, un giardiniere scopre nel giardino del 39enne un contenitore sotterrato con all’interno 245 grammi di cocaina.

E le impronte digitali non lasciano dubbi su chi sia il proprietario dello stupefaciente. Dopo i fatti l’uomo scompare e viene individuato solo all’inizio dell’anno scorso. Si trovava nel carcere di Skopje, in Macedonia, dove stava scontando cinque anni di detenzione per traffico di stupefacenti. Lo scorso maggio, dopo la procedura di estradizione, la nuova condanna a 4 anni di carcere in Svizzera per i reati di incitamento alla prostituzione, infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti e tentata coazione sessuale.

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