Ticino, 15 maggio 2019

Disordini a Chiasso, gli ultras rimangono impuniti

“L’irruzione” dei tifosi del Chiasso a bordo campo al termine della sconfitta di due settimane fa contro il Vaduz non sfocerà in nessuna inchiesta penale. Contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi, il direttore generale del club rossoblù Nicola Bignotti e il responsabile della sicurezza Ivan Belloni hanno fatto sapere al Corriere del Ticino che “non è stata inoltrata alcuna denuncia alla polizia cantonale”.

Gli esagitati tifosi quindi, di cui due dipendenti pubblici, non sono a rischio diffida grazie al “condono” del FC Chiasso che, in un momento difficile calcisticamente parlando, ha deciso di non aggravare la situazione e tenersi i suoi supporters al proprio fianco per le ultime tre gare della stagione.

Al quotidiano Bignotti ha spiegato il perché della decisione: “Non faremo denuncia perché all’interno dello stadio non c’è
stata violenza. Quanto accaduto è stato più fumo che arrosto”. Sollecitato dal giornalista del Corriere del Ticino, Bignotti ha sottolineato che la decisione non è stata presa per paura di prendere le distanza dalla tifoseria più calda.

“Noi – continua – abbiamo censurato subito i modi della protesta”. Tirano un respiro di sollievo i due dipendenti pubblici coinvolti nei disordini dello scorso 4 maggio. In caso di diffida e segnalazione alla polizia, i due avrebbero potuto perdere il posto di lavoro. Ma in questo modo non sono tenuti a rendere conto del proprio comportamento ai rispettivi Municipi.

Uno dei due – riporta sempre il Cdt – “si è scusato con il FC Chiasso e con il Municipio”, ha spiegato il sindaco Bruno Arrigoni che tiene a chiarire che per le autorità cantonali “la questione è chiusa”.

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