Sport, 10 maggio 2019
Ulmer: “Con Ireland ho perso il mio gioco: a Bienne col rammarico di non aver vinto a Lugano”
Il difensore austriaco, dopo 9 anni vissuti sulle rive del Ceresio, vestirà la maglia dei Seelanders dove troverà Cunti e Brunner: “Ho paura di perdere il mio italiano”
BIENNE – 9 intesi anni vissuti con la maglia bianconera sulle spalle, 9 anni caratterizzati da 2 finali e 1 semifinale, 9 anni che l’hanno fatto maturare ma che hanno lasciato in Stefan Ulmer un grande rimpianto: “Peccato non aver vinto il titolo – ha esordito l’ex numero 22 luganese – È veramente strano a pensarci: il mio primo contratto lo firmai a 19 anni, era un triennale, ed ero felice perché ero convinto di poterne conquistare uno già in quel primo lasso di tempo”.
E invece, dopo aver sfiorato il titolo con Shedden e Ireland, e dopo la travagliata ultima stagione sia per la squadra che dal punto di vista personale hai deciso di scegliere Bienne. Come stanno andando le prime settimane…
Sono tornato in Svizzera da poco e mi ho sostenuto una settimana di allenamento con Gustafsson. Avevo già deciso di non andare al Mondiale, non solo per riprendermi dall’infortunio alla caviglia procurato da una discata ricevuta da Hofmann in allenamento, ma anche per staccare la spina e prepararmi al meglio per questa nuova avventura, così mi sono preso una vacanza più lunga in Vietnam… dopo 9 anni di Lugano, vissuti 12 mesi su 12 sulle rive del Ceresio, non è stato facile dirsi “addio” e volevo arrivare qui a Bienne con la testa libera.
Dalle tue parole emerge anche un po’ di tristezza… Come mai non c’è stata la possibilità di rinnovare il contratto col Lugano?
La scelta è stata presa da una parte dalla società, ma anche da me stesso. A Lugano forse mi stavo “abituando”, devo dire che sono un po’ triste di aver lasciato quell’ambiente, quella famiglia che si era creata, ma anche contento di cambiare aria e di vedere anche persone nuove. La decisione è stata presa perché negli ultimi anni non potevo più giocare il mio hockey: con Ireland era così, possiamo dire che a livello di squadra è andata bene, nel 2018, ma non è stato così dal punto di vista personale.
A Bienne quindi vedremo il vero Ulmer?
Lo spero, ma credo di sì. Con l’allenatore abbiamo già parlato anche del mio ruolo.
Cosa ti mancherà di
Lugano?
Il sole (ride, ndr). Nelle ultime 2-3 settimane qui a Bienne non l’ho praticamente mai visto e fa molto freddo. Poi mi mancherà parlare italiano e ho paura di dimenticarlo, ma mi sento spesso con i miei ex compagni che mi mancano e così posso tenerlo sempre in allenamento.
In effetti a Bienne, l’italiano non è esattamente la lingua più parlata…
Direi proprio di no (ride, ndr). Parliamo praticamente solo tedesco, ma ovviamente questo mi aiuta molto per interagire con i miei nuovi compagni ed entrare subito in sintonia con loro.
Compagni che non sono totalmente nuovi: troverai Cunti e Brunner…
Luca si sta allenando da solo a Zurigo, e arriverà prossimamente, invece con Damien… ci conosciamo già, passiamo diverso tempo assieme e ovviamente è più facile interagire visto il passato vissuto assieme.
I Seelanders negli ultimi due anni sono arrivati a un passo dalla finale. Col Lugano l’hai giocata due volte. Se ti dicessero: “Nelle prossime due stagioni, un titolo lo vincerà il tuo Bienne e l’altro il Lugano”?
Firmerei subito. Voglio assolutamente vincere un campionato, dall’altra parte i bianconeri lo meriterebbero. Penso che per loro sia stato un bene aver deciso di voltare pagina sia per quanto riguarda la guida tecnica che quella dirigenziale.
Oggi partono i Mondiali. Che cammino prevedi per la tua Austria?
Posso riportare le parole di mio fratello, che è stato uno degli ultimi giocatori tagliati in vista della competizione iridata: “Quest’Austria è una squadra vera, compatta, nonostante l’assenza di NHLers”. Il nostro obiettivo deve essere la salvezza, quindi dovremo battere l’Italia e cercare di rubare qualche punto anche alle altre.
Per concludere: come si comporterà la Svizzera?
Abbiamo ancora tutti negli occhi la finale persa ai rigore 12 mesi fa. Sarebbe bellissimo per loro arrivare ancora a giocarsi il titolo, ma penso che sia davvero complicato: quest’anno ci sono squadre pazzesche, vista la presenza di tante stelle della NHL. Dovranno essere un vero gruppo e Fischer è assolutamente l’head coach ideale per crearlo.