Ticino, 19 marzo 2019

Accordo quadro, la palese ipocrisia elettorale del triciclo PLR-PPD-P$

Come c’era da attendersi, dopo lungo tergiversare, giovedì è uscita la presa di posizione del governicchio sullo sconcio accordo quadro istituzionale (ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE; giudici stranieri; fine delle misure accompagnatorie alla libera circolazione; obbligo di adeguarsi alla direttiva comunitaria sulla cittadinanza; eccetera eccetera).

Perché il lungo tergiversare? Perché evidentemente i ministri del triciclo PLR-PPD-P$$ - ovvero Vitta, Beltrasereno e Bertoli - si stavano arrampicando sui vetri per smussare il Njet proposto dai leghisti Zali e Gobbi.

Imbarazz tremend imbarazz

I due Consiglieri di Stato della Lega sono infatti stati lapidari (bravi!): la nostra sovranità ed i nostri diritti popolari non si svendono. Meno che mai in cambio di presunti vantaggi economici (?) ad esclusivo beneficio della grande economia targata PLR. Che poi ringrazia licenziando svizzeri, assumendo stranieri a basso costo e delocalizzando.

I Consiglieri di Stato del triciclo si sono invece trovati in una situazione di imbarazz, tremend imbarazz.

Senza dubbio avranno maledetto la tempistica della consultazione. Infatti, loro lo sconcio accordo quadro istituzionale lo vogliono eccome. Tali sono infatti gli ordini di scuderia arrivati dai partiti nazionali. Però evidentemente non possono dirlo. Non in Ticino. Non adesso. Non a tre settimane dalle elezioni cantonali. Perché il risultato sarebbe una meritatissima ASFALTATURA nelle urne.

La situazione è chiarissima: i ticinesi non vogliono lo sconcio accordo quadro e la conseguente fine della nostra sovranità ed indipendenza. I politicanti della partitocrazia cameriera dell’UE, invece, lo vogliono.

Sicché gli esponenti del triciclo in governicchio hanno dovuto stringere i denti ed accodarsi ai due leghisti, nel contempo facendo il più possibile per annacquare l’inevitabile No. Un esercizio di pura ipocrisia elettorale all’insegna del noto principio: “in temp da guera (e di elezioni) piisée ball che tera

Senza la minaccia elettorale

Una cosa l’ha capita anche il Gigi di Viganello: se il termine della consultazione sullo sconcio accordo quadro fosse scaduto dopo le elezioni, ovvero se i signori Consiglieri di Stato della partitocrazia fossero stati liberi di esprimere le proprie posizioni senza il rischio di provocare un’emorragia di schede ai rispettivi partiti, a dire No sarebbero rimasti (come al solito)
solo i due leghisti. Con le bramate cadreghe “al sicuro”, il triciclo non si sarebbe certo curato di prendere ancora una volta i ticinesi a pesci in faccia. Del resto, qualcuno ha forse sentito, prima della presa di posizione “collettiva” di giovedì, Bertoli, Beltrasereno o Vitta emettere anche solo un “cip” contro lo sconcio trattato capestro con l’UE ed a favore della nostra sovranità e dei nostri diritti popolari? Ma quando mai! E’ quindi evidente che il No del triciclo è un No di comodo. Ma i ticinesi, per citare il noto slogan, “non sono mica scemi”. Quindi l’hanno capito benissimo!

Del resto, ma tu guarda i casi della vita:

1) giovedì mattina, proprio mentre il CdS rendeva pubblico il proprio No “unanime” all’accordo quadro, il consigliere nazionale PLR Giovanni Merlini alla trasmissione radiofonica Modem (Rete 1 della RSI) faceva propaganda a FAVORE di detto accordo. Il gruppo parlamentare PLR alleCamere federali, compresi i suoi rappresentanti ticinesi, un paio di settimanefa ha detto SI’ a “chiara maggioranza” al trattato coloniale. Il ministro degli esteri PLR, dal canto suo, è il principale
artefice dell’obbrobriosa calata di braghe (altro che “tasto reset”). Indovina indovinello: quale sarà mai la veraposizione del PLR ticinese sull’accordo quadro?

2) Il kompagno Manuele “la scuola che non verrà” Bertoli si è affrettato a prendere le distanze dal comunicato del governicchio, dichiarando che l’unanimità sarebbe una bufala. Chiaro: il P$ vuole l’adesione all’UEe quindi vuole anche l’accordo quadro; del resto, è praticamente la stessa cosa. Alla faccia della protezione dei salari dei ticinesi! Quel poco che ora esiste su questo fronte (misure accompagnatorie), in regime di accordo quadro verrebbe rottamato all’istante. Dunque: altro che difendere i lavoratori ticinesi. L’unica preoccupazione dei Sinistrati è spalancare le frontiere!

Morale della favola

I ticinesi hanno capito benissimo che chi NON VUOLE lo sconcio accordo quadro può fare una sola cosa: votare Lega/Udc il 7 aprile!

Quanto alle giravolte di comodo della partitocrazia: verranno annullate già a partire dall’8 aprile. All’insegna del sempreverde “passata la festa, gabbato lo santo”.

Lorenzo Quadri / MDD

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