Mondo, 19 febbraio 2019

Ai domiciliari i genitori di Renzi. L'ex premier: "Umiliazione ingiusta e immeritata"

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell'ex premier italiano Matteo Renzi, sono agli arresti domiciliari. il provvedimento di cattura per i due è stato eseguito dalla Guardia di Finanza per i reati di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Sia il padre che la madre di Renzi sono accusati di aver provocato "dolosamente" il fallimento di tre cooperative dopo averne svuotato le casse. Le cooperative in questione sono collegate alla "Eventi6", la società di famiglia già finita sotto inchiesta per gestione allegra e sparizione di fondi.

Insieme a loro è stato arrestato anche Gian Franco Massone, vicepresidente di una delle tre cooperative. Nel registro degli indagati, oltre a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, figurano altre cinque persone, tra cui Roberto Bargilli, noto per essere stato l'autista del camper dell'ex premier durante le primarie del 2012. Il senatore del pd ha parlato della vicenda tramite social. 

Questo il suo scritto su Facebook a poche ore dall'arresto dei suoi genitori: "Sono costretto ad annullare la presentazione del libro a Torino per una grave vicenda personale. Da circa un’ora mio padre e mia madre sono ai domiciliari. Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato. Mai. Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana e lo dico oggi, con rispetto profondo, da servitore dello stato. Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi – questo provvedimento.
Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no".

E ancora: "Da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia. Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata. Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto.

"Ma voglio – conclude – che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta. Chi ha letto le carte dice che di questa storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione assurda. Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà. Forte delle mie idee. Forte dell’affetto di tanta gente che sa perfettamente che cosa sta accadendo".

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