Mondo, 05 febbraio 2019
Concluso il processo dell'attivista svedese che aveva impedito la deportazione di un criminale afgano, rischia due settimane di carcere
L'attivista ventunenne Elin Ersson, che è stata processata presso il tribunale distrettuale di Göteborg per violazione della legge sull'aviazione dopo aver fermato la deportazione di un criminale afgano alla fine di luglio (vedi articoli correlati), rischia quasi due settimane di carcere. Lo riferisce la testata inglese "dailymail".
È questa la pena richiesta dal procuratore James von Reis al termine del processo che si è concluso lunedì.
La giovane da parte sua sostiene di non aver fatto nulla di illegale, e che si sarebbe limitata a seguire le indicazioni del pilota. La sentenza è prevista per la metà di febbraio.
Ersson aveva trasmesso in diretta Facebook la sua protesta con cui cercava di impedire l'aereo, in cui

viaggiava anche un afgano in attesa di deportazione, rifiutandosi di sedersi sul volo in partenza dall'aeroporto di Landvetter a Göteborg, impedendo così all'aereo di decollare.
La piangente donna svedese fu alla fine rimossa dall'aereo, così come l'uomo che che doveva essere deportato in Afghanistan.
L'uomo era stato condannato in Svezia a nove mesi di carcere per tre casi di aggressione alla propria moglie e ai loro due figli.
In un'intervista con il quotidiano svedese DN, Ersson ha negato di essere a conoscenza della condanna inflitta all'uomo. A suo dire voleva "salvare" un altro migrante, un afgano di 26 anni, che non era però sull'aereo. Da allora entrambi gli uomini sono stati deportati dalla Svezia.