Opinioni, 10 gennaio 2019

I giovani vogliono tutelare l’identità svizzera!

Le tradizioni, come ben tutti sanno, sono un ottimo collante per la coesione di un paese. Esse possono anche rappresentare una via per l’integrazione dei molti stranieri volenterosi di mostrare il proprio apprezzamento verso questo paese.
La moda europea di nascondere i propri simboli per paura di offendere chi viene da fuori parrebbe non risparmiare neppure la confederazione, sempre più intrisa di buonismo apparente.
Negli scorsi giorni si è riacceso il dibattito in tal senso, in particolare a causa del divieto di indossare la tradizionale camicia dei contadini in una scuola di Erlach (canton Berna). Sebbene, per onore di cronaca, in questo caso si possa parlare di ragioni legate al dress code di un particolare evento, lo stesso non si può dire di quanto avvenuto negli scorsi anni in altri cantoni svizzeri. Il caso più eclatante avvenne a Gossau (SG) nel 2015, quando un gruppo di giovani patrioti fu accusato di discriminazione nei confronti dei compagni di origini balcaniche semplicemente per aver indossato la suddetta camicia. Insomma, indossare con orgoglio i nostri abiti tradizionali è forse motivo di offesa per chi viene da fuori? Oppure in realtà si tratta di polemiche montate ad arte da alcune frange della sinistra?
Ad ogni modo, tali discussioni ci preoccupano molto, poiché portano ad un annichilimento della nostra identità,
delle nostre tradizioni e del nostro modo di vivere.
Purtroppo, alcune persone di origine straniera non sempre mostrano il giusto rispettare verso i simboli del nostro paese. Non dimentichiamoci ad esempio di quanto accaduto alcuni anni fa a Lugano durante le celebrazioni del Primo di Agosto, quando ad un ragazzo fu strappata di mano la bandiera Svizzera per motivi non meglio precisati. Inoltre, alcuni anni fa a Berna una protesta era addirittura sfociata con la messa al rogo della bandiera Svizzera. Ma come? Non è forse reato il vilipendio? Eppure, non sempre chi commette questi crimini viene davvero punito…
Alcune voci parlano di un gruppo di giovani della Mesolcina che si sono visti sputare sulla propria bandiera da un gruppetto di ragazzi con origini straniere.
Inutile sottolineare come questi atti siano di una cattiveria inaudita, soprattutto se perpetrati da persone che dovrebbero essere contente di vivere nel nostro paese.
Considerando che a queste polemiche probabilmente non vi sarà mai fine, chiediamo almeno di poter indossare la nostra camicia in piena libertà, senza essere etichettati come estremisti.

Mattia Melera, coordinatore MGL Bellinzonese e Valli,
con i giovani:
Alessio Donati
Michele Dolci
Nicolò Decristophoris
Timothy Pizzetti

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