Sport, 06 gennaio 2019
Questo Ambrì è solido e ponderato: la strada tracciata è quella giusta
6 punti conquistati, un derby vinto e diverse sfaccettature mostrate nell’arco del weekend che sottolineano la bontà e la maturità del complesso leventinese
AMBRÌ – Chi dopo la prima parte della stagione temeva un crollo dell’Ambrì, un risveglio traumatico dal sogno e il ritorno al solito campionato di rincorsa delle passate stagioni, può essere più sereno, più ottimista e sicuramente più rinfrancato dopo il weekend andato in archivio e dopo le prove di maturità mostrate da Fora e compagni contro Lugano e Langnau. La formazione di Cereda ha messo in archivio altri 6 punti pesantissimi, frutto di 2 vittorie piene ben diverse una dall’altra.
Se venerdì alla Cornèr Arena i biancoblù, dopo aver dominato il primo tempo, hanno dovuto e saputo soffrire al cospetto di un Lugano risvegliatosi dal letargo e dalle insicurezze – al netto di qualche disco di troppo gettato via con fretta, superficialità e paura – sabato tra le mura amiche i leventinesi hanno dimostrato di essere maturati, di essere squadra, di avere fondamenta solide e ben ancorate a terra, gestendo e controllando un match delicato e importante al cospetto del Langnau.
Se nel derby i ragazzi di Cereda erano stati bravissimi a indirizzare il match nei primi 13’, graffiando a ogni occasione avuta, contro i Tigers si è visto un Ambrì diverso, più solido e consapevole delle proprie forze. Si è visto quindi un Ambrì convincente, guidato ancora una volta da Kubalik. Quel Kubalik che a Lugano non era riuscito a incidere ma che, volente
o nolente, attira sempre le attenzioni non solo degli spettatori, ma anche delle difese avversarie, liberando così spazi importanti di pista nelle quali i vari Zwerger, Müller e Plastino sono bravissimi a inserirsi per fare male e per lasciare il segno.
Un famoso slogan pubblicitario dice: “Non vendiamo sogni, ma solide realtà” ed è quello che sta facendo l’Ambrì. I leventinesi stanno costruendo una realtà vera, solida e bella da vedere. Una realtà di squadra, coesa, che può guardare in faccia senza timori tutte le altre 11 squadre del campionato; i passi falsi, i capitomboli, come quello di Zugo, possono capitare e capiteranno – nessuno è imbattibile – ma i biancoblù hanno dentro di loro quel sacro fuoco, quella sicurezza nei propri mezzi che caratterizza le vere squadre. Tutti sanno di essere indispensabili, qualcuno ovviamente di più, tutti sanno di essere importanti e Cereda può gestire i suoi giocatori – partendo dall’ottimo duo formato da Conz e da Manzato – senza batter ciglio, senza paura di soffrire di vertigini, perché l’impressione è che i sopracenerini la classifica non la stiano davvero guardando, ma che si concentrino veramente su ogni partita, consci di quello che possono e devono fare, vivendo il momento e sfruttando questa serenità d’animo che può regalare e portare a grandi imprese.