Il boom di Vox nel voto in Andalusia è qualcosa che ha sorpreso tutti. Il leader del partito sovranista spagnolo, Santiago Abascal, si era posto come obiettivo la conquista di 12 seggi nel parlamento andaluso. E tutti pensavano che fosse un obiettivo estremamente difficile da raggiungere se non completamente impossibile. I risultati hanno smentito i sondaggisti, molti osservatori e i meno fiduciosi: Vox ha ottenuto esattamente 12 scranni, diventando la prima forza politica di stampo “nazionalista” a entrare ufficialmente nel parlamento di una comunità autonoma. Una rivoluzione che non può non meravigliare soprattutto se si considera non solo il panorama politica spagnolo, ma in particolare quello dell’Andalusia, da sempre storico feudo socialista.
Una rivoluzione che non deve sorprendere
Ma se può sorprendere l’esplosione del voto in una regione così particolare come quella del Sud della Spagna, non deve sorprendere l’avanzata del partito di Abascal. Perché quello che sta avvenendo è esattamente questo già avvenuto in altre parti d’Europa, Italia compresa. C’è un Paese profondo che inizia a non essere soddisfatto dai partiti tradizionali. E questo sentimento, che in territorio spagnolo è stato quasi sempre incanalato o da movimenti indipendentisti o da movimenti di sinistra populista (vedi Podemos), adesso comincia a svilupparsi anche a destra, facendo entrare la Spagna nel novero dei Paesi che ha un partito di stampo “sovranista”.
Esiste una Spagna profonda, come in Francia, in Italia, in Germania e in Gran Bretagna, solo per citare i casi a noi più noti e vicini nel tempo, che si pone in controtendenza rispetto a una cultura politica “mainstream” che è risultata nel tempo incapace di dare risposte.
Il programma di Vox non è un programma rivoluzionario nei termini né ne negli obiettivi. Ma risponde a esigenze che riguardano non solo l’economia, come invece fanno molti partiti, ma va a toccare nel profondo esigenze sociali e anche culturali che sono richieste da una larga parte di popolazione che si è sentita, nel tempo, marginalizzata.
Ed è proprio partendo da quest’idea che il partito di Abascal ha ottenuto consenso: come lo stanno ottenendo tutte le sigle sovraniste in Europa. Non si rivolge a bisogni per forza concreti, e non punta sulla crescita economica come obiettivo fondamentale. Si rivolge a un bisogno di identità e di ripristino di un certo schema culturale che la Spagna aveva sommerso per molti anni di fronte all’ascesa del progressismo come totem del nuovo Stato nato sulle ceneri della dittatura franchista.
La Spagna è un Paese impoverito dalla crisi economica, senza dubbio. La disoccupazione, in particolare al Sud, resta un problema estremamente importante. Ma Vox non si rivolge alla richiesta di riforme economiche. E questo è interessante perché dimostra come il sovranismo, almeno in Europa, si sta sviluppando non in base a necessità economiche, ma quasi a una sorta di risveglio culturale.
Vox segue lo schema del sovranismo
Come scrivevamo su questa testata riguardo all’ascesa di questi nuovi movimenti politici, “non è una lotta per la sopravvivenza economica, ma una lotta quasi antropologica, culturale, che sposta l’attenzione non sul