Mondo, 24 settembre 2018
Volete acquistare un bambino? A Bruxelles c’è la fiera dell’utero in affitto (non è legale ma nessuno interviene)
Dal 22 al 23 settembre si svolge per il quarto anno consecutivo a Bruxelles, capitale dell’Unione Europea, la fiera “Men Having Babies“, dedicata alle coppie omosessuali che vogliono acquistare un bambino con l’utero in affitto.
All’interno delle sale del lussuoso hotel Hilton, frotte di uomini distinti e facoltosi maneggiano cataloghi stampati su carta lucida e patinata. Scorrono le foto delle donne che partoriranno i “loro” figli, le surrogate, e che firmeranno appositi contratti che le obbligheranno a rinunciare a quei neonati portati in grembo per nove mesi.
Le coppie omosessuali che si recano alla fiera sfogliano le offerte “soddisfatti o rimborsati” per procurarsi bambini su misura a prezzi variabili, a seconda della “qualità”. Si va da un minimo di 95 mila dollari a un massimo di 160 mila. Consultano pacchetti completi con tutti i servizi: accompagnamento psicologico, assistenza legale, fornitura di ovuli e anche sperma, fornitura di madre surrogata, voli e hotel nei paesi individuati dove farla partorire, eccetera.
La compravendita dei bambini si fa alla luce del sole, in giacca e cravatta, portafoglio alla mano, in barba a leggi locali e convenzioni internazionali. Nel 2015, infatti, il Parlamento europeo ha condannato l’utero in affitto come forma di sfruttamento delle donne.
Ma cosa dice la legge esattamente? Dopo una rapida ricerca su Internet (riportiamo quanto trovato sulla versione inglese di wikipedia e il sito italiano quotidiano.net) la
pratica è vietata espressamente in diversi paesi europei, ossia Bulgaria, Germania, Francia, Malta, Svizzera, Norvegia, Svezia, Islanda e Estonia mentre è permessa in Russia e in Ucraina. Negli Stati Uniti sono 8 gli Stati che consentono l’affitto dell’utero. In Grecia la maternità surrogata è permessa solo nel caso in cui non ci siano vincoli genetici tra la madre surrogata e l’embrione e solo per le donne che non possono avere una gestazione propria. In Gran Bretagna è solo dopo la nascita del bambino (entro sei mesi) che i coniugi o partner di un’unione civile o conviventi possono chiedere l’adozione. Negli altri paesi occidentali, siamo in una zona grigia, dove la pratica non è né ammessa né vietata, oppure si fa distinzione fra pratica "altruistica", quindi senza fini di lucro, e "commerciale", come in questo caso. Ma diverse convenzioni, firmate anche dal Belgio, condannano la pratica.
Nel 2015, la Commissione affari istituzionali del Senato belga si è pronunciata all’unanimità contro la “gestazione per altri”. Nel 1989 il Belgio ha firmato la Convenzione internazionale dei diritti del bambino, secondo la quale "ogni bambino ha diritto a conoscere i suoi genitori ed essere cresciuto da loro". Ma all'atto pratico, né il governo belga, né tantomeno l'unione europea, si oppongono alla pubblicizzazione di una pratica che vende bambini senza madre, pratica che il Parlamento europeo stesso aveva condannato appena tre anni fa.