Sport, 30 agosto 2018
Adriano svuota il sacco: “All’Inter ero sempre ubriaco e loro dicevano che ero infortunato”
L’ex “Imperatore” ha così parlato a una rivista brasiliana raccontando alcuni retroscena della sua carriera in neroazzurro: “La morte di mio padre mi ha distrutto”
BRASILIA (Brasile) – Quel gol in amichevole al Bernabeu gli ha cambiato la vita: l’Inter ha immediatamente creduto in lui, mandandolo comunque in prestito alla Fiorentina e al Parma, per poi affidargli la maglia numero 10, facendo di lui il faro della squadra nerazzurra dal gennaio 2004 in poi. Adriano Leite Ribeiro, in arte Adriano, da tifosi dell’Inter era stato denominato l’”Imperatore”, e con la maglia dei meneghini ha messo a referto 75 reti in 177 partite disputate.
Adriano ha sempre dimostrato di avere talento, una forza fisica fuori dal comune e un sinistro atomico; peccato per lui che la morte del padre, avvenuta nel 2004, gli ha cambiato la carriera. In peggio…
Lo stesso attaccante, infatti, intervistato dalla rivista brasiliana “R7”, ha raccontato come quell’evento abbia segnato la parola discendente della sua giovane carriera da
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calciatore. “La morte di mio padre mi ha distrutto, ero sempre ubriaco e l’Inter mi copriva – ha spiegato – Vivevo da solo, mi sono isolato, sono diventato triste, depresso e iniziai a bere. Arrivavo alla Pinetina ubriaco, mi presentavo sempre e mi portavano a dormire in infermeria. L’Inter per coprire il tutto diceva che ero infortunato, ma solo io so quanto ho sofferto”.
Adriano ha voluto anche spiegare come l’alcol abbia condizionato il suo cammino: “Ero felice solo quando bevevo e lo facevo sempre. Bevevo whisky, vino, vodka, birra… tantissima. Non smettevo mai e alla fine ho dovuto lasciare l’Inter. Alla fine ho capito che il problema era la gente che avevo intorno, ovvero amici che non pensavano ad altro che portarmi alle feste con donne e alcol. Qui in Brasile ho rinunciato ai soldi, è vero, ma ho trovato la serenità”.