Notizia degli scorsi giorni la decisione di una società di ginnastica e di una scuola argoviesi di proibire, in occasione delle feste di fine anno scolastico, la carne di maiale, in particolar modo i cervelat (carne tradizionale svizzera tipicamente da grigliare) in segno di rispetto nei confronti degli alunni musulmani.
Successivamente sono stati intervistati tre esperti negli ambiti scolastici e dell’integrazione degli stranieri, dalle loro dichiarazioni sono emerse le seguenti divergenze d’opinioni: la sproporzionalità della decisione e il principio secondo il quale la libertà individuale del singolo non deve stravolgere le abitudini (in questo caso alimentari) di tutta una collettività.
Comprensibile la difficoltà di preservare ed imporre la propria cultura e le proprie usanze e abitudini per coloro che professionalmente e quotidianamente (come appunto il mondo scolastico) sono confrontati in un contesto sempre più globalizzato ed eterogeneo.
Tuttavia, nonostante questa breve premessa, non è invece comprensibile la decisione che si è voluta adottare.
È necessario fare un po' di chiarezza e mettere il campanile al centro del villaggio a scanso di equivoci.
La prassi consolidata ed adottata da sempre durante le feste di fine anno scolastico senza alcuna restrizione per nessun tipo di carne, non viola in alcun modo la discriminazione degli stranieri, e non, in quanto nulla a che vedere con