Svizzera, 21 giugno 2018

Denunciava le condizioni in cui i migranti erano rimpatriati, oggi lascia il suo quartiere a causa degli spacciatori africani

Un regista romando, conosciuto per un suo film dove denunciava il modo in cui venivano trattati gli asilanti respinti in Svizzera, è stato costretto a lasciare la sua città a causa della situazione insostenibile a causa troppi spacciatori africani presenti.

È un volto relativamente noto quello di Fernand Melgar (nella foto), cineasta romando che aveva raggiunto una certa fama grazie al suo documentario "vol special" in cui denunciava il modo "crudele" in cui i richiedenti l'asilo la cui domanda era stata respinta venivano rimpatriati nel proprio paese d'origine. Film che fu ai tempi proiettato in molteplici festival cinematografici svizzeri e di cui la stampa svizzera elogiò in lungo e in largo le presunte qualità. Ma se fino a qualche anno fa Francois Melgar era un personaggio stimato e riverito dalla sinistra e dai media, oggi è diventato quasi di colpo un reietto. Il motivo? La sua lotta contro lo spaccio di droga nella città di Losanna, dove abita, problema che esiste da tempo ma che si è ancor più acutizzato negli ultimi mesi.

Il problema, per la sinistra romanda, sul fatto che qualcuno combatta lo spaccio di droga è che questi spacciatori sono in larghissima parte africani. Da qui il rischio di "stigmatizzazione" collegato con il portare l'attenzione su questo problema. Da quando FM ha reso
pubblica la sua opposizione allo spaccio di droga la reazione degli ambienti prima a lui vicini è stata rapida quanto violenta. In una manifestazione pubblica contro il degrado dovuto allo spaccio a cui ha partecipato sono arrivati degli attivisti di sinistra a importunarlo, per giunta in diretta TV e causa di pressioni da più parti, ha dovuto lasciare la sua cattedra alla scuola d'arte e di design di Ginevra (HEAD).

La situazione tragicomica del regista romando ha avuto come epilogo che si è trovato costretto a lasciare Losanna per un villaggio nel nord vodese. Lo ha confermato lui stesso al LeMatin, e anche se dice che lo ha fatto per "motivi privati" difficile credere che la sua partenza dal centralissimo quartiere Chaudron dopo 40 anni di permanenza non sia dovuto alla situazione attuale e dalla controversia che ne è nata. Intervistato dalla RTS sulla vicenda si è inoltre detto "facente parte di un ambiente fattosi compiacente in cui certi mi vedono come un traditore e in cui non mi riconosco più".

(Fonti: lematin.ch, RTS.ch, foto: Twitter)

Guarda anche 

La Nazionale e quei segnali di vita per il presente e il futuro

NASHVILLE (USA) – È stato un “arrivederci” all’anno prossimo, quello detto e lanciato sul manto erboso di Salt Lake City e di Nashville dal...
12.06.2025
Sport

La Svizzera lancia segnali di vita

SALT LAKE CITY (USA) – Dopo una serie infinita di controprestazioni, dopo una Nations League da dimenticare – con tanto di retrocessione in Lega B – ier...
08.06.2025
Sport

Double Basilea, sorride il Lugano

BERNA – Dopo il Lugano e l’YB, al Bienne non è riuscito il triplo miracolo: i Seelander si sono arresi nella finale di Coppa Svizzera al Basilea, che c...
02.06.2025
Sport

Lugano e Losanna a tifare Basilea. Bienne permettendo…

BERNA – Lugano e YB sanno benissimo di cosa sia capace il Bienne. Bianconeri e gialloneri hanno provato sulla loro pelle cosa significhi sottovalutare i biancorossi...
01.06.2025
Sport

Informativa sulla Privacy

Utilizziamo i cookie perché il sito funzioni correttamente e per fornirti continuamente la migliore esperienza di navigazione possibile, nonché per eseguire analisi sull'utilizzo del nostro sito web.

Ti invitiamo a leggere la nostra Informativa sulla privacy .

Cliccando su - Accetto - confermi che sei d'accordo con la nostra Informativa sulla privacy e sull'utilizzo di cookies nel sito.

Accetto
Rifiuto