NASHVILLE (USA) – È stato un “arrivederci” all’anno prossimo, quello detto e lanciato sul manto erboso di Salt Lake City e di Nashville dalla Svizzera. È stato un chiaro segno che quel momento di stanca e di flessione vissuto nella seconda parte del 2024 e nella prima di quest’anno è ormai alle spalle. È stata una dichiarazione chiara e precisa: la Nazionale, anche nel futuro, sarà in grado di dire la sua in campo internazionale. Messa da parte la bruttissima Nations League – con tanto di retrocessione nella Lega B – e recuperati i suoi punti fermi, come Akanji, Xhaka e Ndoye, la squadra di Murat Yakin ha saputo ritrovarsi, mettendo in luce anche diversi nuovi giocatori che potranno e sapranno farci sognare. Due nomi su tutti: Jashari e Manzambi.
Certo, Messico e USA non erano avversari di caratura mondiale – specie con le tante assenze di peso fatte registrare dalla Nazionale a Stelle e Strisce – ma viste le difficoltà palesate nell’ultimo anno, i due successi ottenuti oltre Oceano sono e saranno importantissimi, in vista delle qualificazioni mondiali che partiranno a settembre, quando contro la Svezia di Gyokeres in particolare (Slovenia e Kosovo appaiono avversari fin troppo abbordabili) servirà la miglior Svizzera possibile.
Gli ultimi risultati e gli addii di giocatori importanti come Sommer, Schär e Shaqiri avevano fatto temere il peggio per il futuro a medio e a lungo termine di una Nazionale che negli ultimi anni è riuscita a entrare di diritto nell’élite del calcio internazionale, anche perché gli anni passano e le primavere si accumulano sulla carta d’identità degli uomini chiave a disposizione del ct. Di rincalzi all’altezza non se ne vedevano all’orizzonte. Invece, specie la sfida agli USA, ha messo in mostra due potenziali titolarissimi: Jashari, nominato miglior giocatore dell’ultima stagione del campionato belga, e Manzambi, attaccante 28enne che, si spera, possa risolvere l’annoso problema dell’attaccante.
Ora è comunque tempo di tirare il fiato, di ricaricare le batterie e di prepararsi al meglio alla prossima stagione che, se possibile, sarà ancora più dura, intensa e lunga di quella che si sta per chiudere. Il che già dice tutto…