Secondo quanto riportato dal domenicale, UNIA continua a scendere in piazza contro il settore edilizio mentre, nel frattempo, si muove come un grande investitore nel mattone. La NZZ ha rivelato che il sindacato ha venduto oltre 80 milioni di franchi in azioni per reinvestirli in immobili, arrivando a gestire cantieri per 145 milioni. Il patrimonio immobiliare, che nel 2016 era stimato a 384 milioni, ha superato oggi i 570 milioni.
La testata ricorda che UNIA possiede già 132 stabili, quasi 2'900 appartamenti e oltre 54'000 m² di superfici amministrative. Una strategia definita “rischiosa” dall’economista Alexandra Janssen, che avverte del pericolo di una bolla immobiliare. Eppure, mentre punta il dito contro i proprietari di casa, UNIA non rinuncia ad affitti elevati: emblematico il caso dell’appartamento di 40 m² ad Alstetten a 2'000 franchi.
Il domenicale critica anche il capitolo salari: mentre il sindacato tuona contro i minimi dell’edilizia, nel suo rapporto compaiono dipendenti pagati 4'120 franchi lordi al mese, meno dei minimi che contestano. In parallelo, i vertici percepiscono oltre 13 mila franchi mensili.
A questo si aggiungono le molteplici accuse di mobbing emerse negli anni, con casi citati anche da SRF. Non stupisce quindi la fuga dei membri: dagli 200'000 iscritti del 2017 ai 172'000 attuali. Numeri che, secondo la testata, spiegano la necessità di continue manifestazioni per mantenere l’immagine di un sindacato vicino agli operai.





