SVIZZERA - Malgrado i media parlino di calo, il 2024 è stato il terzo anno con più domande d’asilo, quasi 28mila. Se fossero temperature, i titoli griderebbero “il terzo anno più caldo di sempre!”. Ma sull’asilo si minimizza, mentre la pressione cresce.
Con la direttiva UE sulla cittadinanza arrivano ricongiungimenti allargati e interi clan dall’Africa e dal Medio Oriente. Nessuna stretta dal Consiglio federale: i “borghesi” tollerano l’immobilismo del kompagno Jans.
La Germania ha espulso 81 afghani con domande respinte e condanne. La Svizzera? Rimpatri zero, nonostante la decisione di marzo che li permetteva. E mentre i ministri di Austria, Danimarca, Francia, Polonia e Cechia preparavano una linea più dura in Baviera, Berna era assente. “Il motivo è chiaro – scrive Lorenzo Quadri – Jans non vuole cambiare rotta”.
Anche la NZZ denuncia tempi “inauditi” per identificare i finti rifugiati: documenti persi, cellulare sempre presente. Ma i diretti interessati rifiutano di collaborare. Risposta? “Föö di ball!”.
A Zurigo, inquilini di stabili comunali denunciano degrado e aggressività: “Se noi, che paghiamo cibo e affitto, veniamo ricompensati con pattume e fracasso, siamo davanti a un comportamento asociale e aggressivo”, scrivono alla Weltwoche.
E a Porrentruy il Comune ha vietato l’accesso ai maghrebini molesti in piscina. Per la verde Lisa Mazzone la colpa è del clima. Nelle scuole, una maestra argoviese ha lasciato per le minacce degli allievi musulmani. “Cos’hanno da dire – conclude Quadri – i paladini del fallimentare multikulti?”.