Si può ottenere la cittadinanza svizzera anche tramite matrimonio, ma le autorità vigilano affinchè non si verifichino abusi. Come quello che sembra aver tentato un cittadino tunisino che ha perso la cittadinanza svizzera poco dopo averla ricevuta.
Come riporta la “Tribune de Gêneve”, l'uomo si era sposato nel 2003 con una donna svizzera e nel 2011 ha tentato per la prima volta di ottenere la cittadinanza naturalizzata. Non ci era tuttavia riuscito dato che ha precedenti penali. Ha quindi tentato di nuovo la fortuna alcuni anni dopo, nel 2017. La coppia giura di essere stabile e di non avere alcuna intenzione di separarsi. La Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha quindi accettato di aprire una procedura a condizione che la coppia rimanesse sposata per otto anni.
Ma nel 2019 la coppia divorzia appena quindi lui ottiene la naturalizzazione. Il tunisino “neosvizzero” si è poi risposato nel 2020 con un'altra donna, sempre di nazionalità tunisina, che poco dopo ha dato alla luce una bambina che ha ottenuto a sua volta il passaporto svizzero grazie al padre.
Allertata, la SEM ha annullato la naturalizzazione del tunisino nel 2024 e, per estensione, anche quella di sua figlia. Il padre però non demorde e fa ricorso con una motivazione piuttosto insolita: sostiene di non aver mai veramente rotto con la sua ex moglie. Il loro divorzio sarebbe infatti solo un semplice cambiamento di status per vivere in una relazione aperta. A sostegno di ciò il fatto che hanno comprato una casa insieme.
Ma il Tribunale amministrativo federale ha respinto questa argomentazione: solo un'unione matrimoniale riconosciuta legalmente consente una naturalizzazione agevolata. In questo caso, il matrimonio di fatto non ha alcun valore legale. Alla fine la vicenda si è conclusa con il passaporto revocato, figlia privata della cittadinanza svizzera e 1'300 franchi di spese legali.