BRUXELLES - Cosa c’è dietro il coro europeista che riecheggia ogni giorno sui grandi media italiani? Secondo un’inchiesta pubblicata da La Verità, ci sarebbero almeno un miliardo di euro in dieci anni, elargiti da Bruxelles per finanziare giornali, agenzie, radio e TV che “tifano” per l’UE. Soldi pubblici, spacciati per fondi alla comunicazione istituzionale, ma che sembrano più utili a dirigere il pensiero che a informare.
A partire dal 2017, la sola Commissione Europea ha speso oltre 40 milioni di euro all’anno per “iniziative editoriali” in media compiacenti. L’Italia non è stata da meno: ANSA ha incassato 5,6 milioni, RAI 2 milioni, Il Sole 24 Ore 1,5 milioni, ma anche Domani, Internazionale, Repubblica (tramite Gruppo GEDI) e Chora Media hanno beneficiato di fondi che, in molti casi, servono a “contrastare la disinformazione” – cioè a zittire il dissenso.
Dietro a etichette rassicuranti come “fact-checking” o “comunicazione istituzionale”, si cela un’operazione culturale ben più ampia: promuovere una narrativa pro-UE, screditando chi dissente come populista, disinformato o “filorusso”. Bruxelles finanzia media e agenzie che accettano di ripetere il copione europeo, soprattutto in tempi elettorali.
Una domanda resta inevasa: l’UE paga i media che la lodano, o i media lodano l’UE perché vengono pagati? La risposta poco cambia: il risultato è un’informazione sempre più addomesticata, dove le voci fuori dal coro faticano a emergere. Altro che libertà di stampa: qui si finanzia il pensiero unico.
Fonte: La Verità, “Un miliardo in 10 anni a media e agenzie che tifano Bruxelles”