LEGA - Il già presidente del Gran Consiglio, Daniele Caverzasio, interviene nel dibattito sull’arrocco tra i Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali, difendendo la scelta come un gesto legittimo e trasparente: «Non per gioco, ma per strategia. Non per scappare, ma per rilanciare».
In un intervento pubblicato sul Corriere del Ticino, Caverzasio critica le reazioni scomposte arrivate da alcuni ambienti politici: «La reazione? Da regolamento scolastico. Le parole usate? “Fantozziano”, “imbarazzante”, “inopportuno”. E chi le dice? Sempre gli stessi. Quelli che si indignano a comando».
Secondo l’esponente leghista, l’arrocco rompe un equilibrio ormai stanco: «Il nostro Governo è ancora inchiodato a un modello amministrativo degli anni Novanta. Il mondo ha accelerato. Il Cantone, invece, marcia con il freno a mano tirato».
E conclude con una difesa della scelta operata dai due Consiglieri: «Lo Stato non è un museo. È un’officina. E chi lo guida ha il dovere di fare ciò che ritiene utile per farla andare avanti. Il coraggio di cambiare, oggi, è già una forma di rivoluzione».