REGNO UNITO - Lucy Connolly è stata condannata a 31 mesi di carcere per incitamento all'odio razziale, in seguito a un post su X (ex Twitter) in cui chiedeva la deportazione di massa e l'incendio di hotel che ospitavano richiedenti asilo. Il post è stato pubblicato il 29 luglio 2024, poco dopo l'omicidio di tre bambine a Southport, ed è stato visualizzato 310.000 volte prima di essere cancellato.
Nigel Farage, icona del fronte sovranista britannico, ha dichiarato pubblicamente che Lucy Connolly "non dovrebbe essere in prigione", sottolineando la sua opposizione alla sentenza e sollevando preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione.
Secondo quanto riportato dalla stampa britannica, i messaggi di Connelly – scritti in un momento di forte indignazione e dolore collettivo – avrebbero contenuto affermazioni considerate incitanti all’odio. Il tribunale li ha giudicati “pericolosi per la coesione sociale”.
Molti osservatori parlano di una sentenza esemplare, con l’obiettivo di dare un segnale forte contro i “discorsi d’odio” online. Ma c’è chi vede in questo caso un inquietante precedente, dove l’eccesso di zelo giudiziario rischia di travolgere la libertà di parola. Il caso ha suscitato un ampio dibattito nel Regno Unito, con alcuni che vedono Connolly come una martire della libertà di parola, mentre altri sottolineano la gravità delle sue affermazioni e l'importanza di contrastare l'incitamento all'odio.
Fonte gbnews