Martedì, il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga (PS/GE), membro della Commissione di politica estera, ha avuto parole molti forti nei confronti di Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Le sue virulente dichiarazioni, pubblicate su Facebook, riguardano un presunto silenzio della Svizzera sulla situazione nella Striscia di Gaza, dove lo Stato di Israele ha annunciato che intende intensificare le sue operazioni con l'obiettivo di conquistare l'intero territorio.
Mentre i leader dell'Unione Europea, tra cui la Francia, hanno deciso di rivedere le loro relazioni con Israele, la Svizzera ufficiale resta in silenzio di fronte alle atrocità commesse contro la popolazione civile. “Peggio ancora del silenzio del consigliere federale Ignazio Cassis, è la sua scelta di rendersi complice del comportamento più spregevole di Israele a far vergognare la Svizzera”, scrive Sommaruga.
Il parlamentare ginevrino aggiunge che “tutti i ministri degli Esteri dei Paesi con cui condividiamo i valori del rispetto del diritto internazionale umanitario e della dignità umana firmano una dichiarazione congiunta” in cui chiedono che Israele revochi immediatamente il blocco umanitario su Gaza. Ma Ignazio Cassis si rifiuta di firmare la dichiarazione. Peggio ancora, coinvolge il DFAE nelle sessioni preparatorie della cosiddetta operazione umanitaria israeliana. Un'operazione che si basa sullo sfollamento di massa dei palestinesi, sul loro concentramento in campi sorvegliati dall'esercito israeliano e dove gli aiuti vengono consegnati da “mercenari, veterani americani con le mani insanguinate”.
Per Sommaruga, l'atteggiamento del capo del DFAE non è altro che "un tradimento della tradizione umanitaria svizzera. Una vergogna nazionale. È ora che il Consiglio federale ponga fine a questa sottomissione di Ignazio Cassis a Israele".
Mercoledì scorso, tuttavia, il Consiglio federale ha diffuso un comunicato stampa in cui ha ricordato a Israele di rispettare le Convenzioni di Ginevra e il diritto umanitario. Ma non ha espresso una condanna più specifica di quanto sta accadendo a Gaza.
Il 17 maggio è stato il suo collega Mauro Poggia (MCG/GE) a tracciare un parallelo, sempre su Facebook, tra il regime nazista del 1940 e quanto sta accadendo a Gaza nel 2025. Ha poi parlato del dovere della memoria che è "soprattutto memoria di coloro che sono stati vittime di crimini indicibili contro l'umanità, ma è anche dovere di individuare e contrastare il ritorno insidioso della propaganda disumanizzante, che è solo il prerequisito per lo sterminio di popolazioni inquietanti".