L'accoltellamento mortale di un giovane, cittadino kosovaro, da parte di suo zio ha portato alla condanna di quest'ultimo, che dovrà passare quattro anni in carcere seguiti da l'espulsione per dieci anni dalla Svizzera. L'episodio risale a una domenica sera di dicembre, nel 2022, quando un giovane di 28 anni è stato accoltellato in mezzo alla strada, a Bière, nel canton Vaud. È morto sul colpo. L'uomo che lo ha accoltellato è stato arrestato dalla polizia. Era lo zio della vittima. Da allora si trova in carcere preventivo e più di anni dopo è stato condannato. Il motivo della condanna relativamente lieve si spiega con il fatto che l'uomo era il bersaglio del 28enne deceduto.
La vittima era un giovane kosovaro di cui non si conosce il domicilio in Svizzera. Suo zio, anche lui kosovaro, ora ha 58 anni. Verdetto: “Colpevole con una scusa”, riporta il portale vodese “24 Heures”.
Quel 18 dicembre 2022, l'imputato aveva infatti "risposto a un attacco deliberato da parte del fratello minore" che si era nascosto in un cespuglio armato di tirapugni e taser. Aveva estratto un coltellino svizzero e ferito mortalmente il suo giovane aggressore, che era venuto dal Kosovo appositamente per aggredire suo zio.
Dietro questo episodio si nasconde una faida tra clan kosovari, nata a causa di un banale conflitto di vicinato che si è trasformato in una vera guerra tra famiglie. Ma conserva molte zone grigie. Tanto più che l'imputato, durante il processo, ha affermato di non ricordare i fatti, riferisce il quotidiano vodese.
Alla fine la Corte ha accolto la “difesa scusabile” dell’imputato. Per la giustizia, tuttavia, non si trattava nemmeno strettamente di legittima difesa. Riteneva quindi “l’omicidio per dolus eventualis”, cioè senza l’intenzione di provocare la morte ma accettando questa possibilità.