Svizzera, 18 ottobre 2024

Nazionale di hockey: via lo stemma rossocrociato dalla maglia!

La SIHF ha presentato troppo tardi la domanda per continuare a usare lo scudo sulle maglie da gioco dopo l’entrata in vigore della revisione della legge sulla protezione degli stemmi, che prevede che lo stemma possa essere usato solo per la Confederazione

BERNA – Dovrà realizzare una nuova maglia per le sue partite, allenamenti e apparizioni la Nazionale svizzera di hockey, dal momento che non potrà più usare lo stemma rossocrociato sulle divise. La SIHF ha presentato domanda troppo tardi e così il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha deciso che tale scudo dovrà essere tolto. La Federazione svizzera di hockey può ancora ricorrere al TF. 

 
 
Solo la Confederazione, infatti, può usare la scudo da quando, nel 2017, è entrata in vigore la revisione della legge sulla protezione degli stemmi. In poche parole, le aziende e i club che lo utilizzavano da almeno 30 anni potevano chiedere l’autorizzazione ad usarlo entro fine 2018. Il Tribunale amministrativo federale, però ha constatato che la SIHF non si è mossa in tempo, chiedendo tale permesso dopo la scadenza.
 
 
La Federazione di hockey svizzera, infatti, aveva chiesto un effetto sospensivo nel giugno 2018, che potesse valere fino al 31 maggio 2019, dato che la trasformazione delle maglie avrebbe avuto costi considerevoli. A ottobre 2021 la SIHF ha presentato una nuova richiesta al DDPS, sostenendo che diverse autorità le avevano assicurato che la squadra nazionale avrebbe potuto continuare a usare lo stemma, che impiegava dal 2015. Il DDPS le aveva indicato che l’IPI era incaricato del dossier, rinviandola al DFGP, il Dipartimento federale di giustizia e polizia.
 
 
Nel ricorso la federazione si era riferita a conferme orali dei consiglieri federali Parmelin e Baume-Schneider, mentre l’IPI le aveva detto senza riserve che il Consiglio federale sarebbe stato autorizzato a rilasciare autorizzazioni eccezionali. Il Tribunale amministrativo federale ha lasciato aperta la questione fino all’ultimo, ma l’IPI ha ritenuto che tutte le condizioni per poter continuare a utilizzare lo scudo non ci fossero.

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