Mondo, 07 ottobre 2024

Israele commemora il primo anniversario dell'attacco di Hamas tra tensioni crescenti e rischio di conflitto regionale

Fonte: Reuters

Il 7 ottobre segna una data che Israele non potrà mai dimenticare. A un anno esatto dall'attacco devastante di Hamas, che ha provocato la morte di circa 1.200 israeliani e il rapimento di 250 ostaggi, il Paese ha celebrato una giornata di ricordo e di dolore, mentre la tensione resta alta in tutto il Medio Oriente.
 
Cerimonie commemorative e la sofferenza degli ostaggi
Le commemorazioni sono iniziate nelle prime ore del mattino, precisamente alle 06:29, l’ora esatta in cui l’attacco di Hamas ha avuto inizio lo scorso anno con un'ondata di razzi. A Gerusalemme, centinaia di persone si sono riunite davanti alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu per osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime. Tra i presenti, le famiglie degli ostaggi, molte delle quali hanno esposto le foto dei loro cari ancora prigionieri a Gaza. Yuval Baron, uno dei partecipanti, ha parlato con toni accorati: "Siamo ancora bloccati nel 7 ottobre 2023, un giorno infinito di terrore, paura e disperazione". Le sue parole hanno riecheggiato il dolore di molte famiglie che continuano a vivere nell’incertezza del destino dei loro cari.
 
A Reim, dove si è tenuto il Nova Music Festival, luogo di uno degli episodi più tragici dell'attacco, il presidente Isaac Herzog ha guidato una cerimonia commemorativa. "Non dimenticheremo mai chi ha rapito, chi ha ucciso, chi ha violentato", ha affermato Herzog, ricordando le oltre 360 persone uccise durante il festival, uno dei peggiori massacri compiuti da Hamas. Durante la commemorazione, è stato suonato l’ultimo brano ascoltato prima che il festival si trasformasse in una scena di orrore. Le cerimonie si sono poi estese a diverse località vicine al confine con Gaza e nei kibbutz, dove la memoria delle vittime resta viva nella comunità.

 
Israele in allerta: tensioni crescenti e rischio di attacchi
In tutto Israele, le forze di sicurezza sono rimaste in allerta massima, anticipando possibili attacchi da parte di gruppi palestinesi per marcare l’anniversario dell'assalto del 7 ottobre 2023. Nella Cisgiordania occupata, molti posti di blocco sono stati chiusi e ai palestinesi con permessi di ingresso è stato negato l’accesso a Israele. Sul fronte di Gaza, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver sventato un attacco missilistico pianificato da Hamas, sottolineando come le minacce restino elevate.
 
La guerra tra Israele e Hamas, scatenata dall’attacco di un anno fa, ha causato una devastazione senza precedenti nella Striscia di Gaza. Le autorità sanitarie palestinesi hanno stimato oltre 42.000 morti, e la maggior parte dei 2,3 milioni di abitanti dell'enclave costiera è stata sfollata. La violenza ha suscitato proteste globali, con veglie e manifestazioni in diverse parti del mondo contro l’offensiva israeliana.
 
Un conflitto regionale in espansione: Il ruolo di Hezbollah
Mentre la guerra continua a imperversare a Gaza, il conflitto si è spostato pericolosamente anche sul fronte settentrionale, in Libano. Hezbollah, il potente gruppo militante sostenuto dall'Iran e alleato di Hamas, ha intensificato i suoi attacchi contro Israele, in particolare a partire dall’8 ottobre 2023. L'area di Haifa, la terza città più grande di Israele, è stata colpita da razzi lanciati da Hezbollah, che hanno preso di mira anche Tiberiade, nella regione della Galilea. Gli attacchi hanno causato diversi feriti e danni significativi a edifici e proprietà.
 
Israele ha risposto con bombardamenti aerei che hanno colpito le roccaforti di Hezbollah nella periferia meridionale di Beirut e nel sud del Libano, provocando più di 1.000 morti solo nelle ultime due settimane. Le incursioni di terra israeliane nella regione mirano a sradicare i combattenti di Hezbollah e a garantire il ritorno sicuro degli israeliani evacuati dal nord del Paese.
 
L’escalation del conflitto ha portato a una vera e propria crisi umanitaria in Libano, con oltre un milione di persone sfollate, soprattutto dalle aree meridionali e dalla valle della Bekaa. Le tensioni sono cresciute ulteriormente con gli attacchi missilistici iraniani contro Israele, alimentando i timori che la guerra possa presto estendersi a livello regionale.
 
Israele e l'Iran: una guerra prossima?
La situazione è resa ancor più preoccupante dal crescente coinvolgimento dell'Iran. Nelle ultime settimane, l’Iran ha lanciato decine di missili contro Israele in risposta alle operazioni israeliane in Libano e Gaza. Hezbollah, da parte sua, ha continuato a lanciare razzi contro Israele, il che ha portato a scontri quasi quotidiani lungo il confine. L’esercito israeliano ha compiuto una serie di attacchi mirati che hanno colpito diversi leader di Hezbollah, compreso Hashem Safieddine, potenziale successore del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. La sorte di Safieddine e di Esmail Qaani, comandante della Forza Quds iraniana, è ancora incerta dopo una serie di attacchi israeliani a Beirut.
 
Mentre Israele promette una dura risposta agli attacchi iraniani e Hezbollah continua i suoi lanci di missili, cresce il timore che il conflitto possa sfociare in una guerra su vasta scala. Gli Stati Uniti, stretti alleati di Israele, e l’Iran, principale sostenitore di Hezbollah e Hamas, potrebbero essere trascinati in un conflitto che coinvolgerebbe l’intero Medio Oriente, con gravi ripercussioni globali.
 
Il futuro di Israele: tra dolore e incognite
Il primo anniversario dell’attacco di Hamas ha lasciato il Paese in un clima di incertezza e preoccupazione. Se da una parte le forze israeliane hanno ripristinato un certo grado di fiducia con una serie di operazioni militari riuscite contro Hezbollah, dall’altra la minaccia di una guerra regionale più ampia è sempre più concreta. Il senso di insicurezza tra i cittadini israeliani, già scosso dall'attacco del 2023, resta palpabile, mentre il governo è sotto forte pressione per garantire la sicurezza del Paese.
 
Nel frattempo, il destino degli ostaggi rimane una ferita aperta. A Gaza, circa 101 ostaggi sono ancora prigionieri, mentre le forze israeliane continuano la loro missione per smantellare il dominio di Hamas e distruggere le sue infrastrutture militari. Tuttavia, il bilancio umano del conflitto, soprattutto a Gaza e nel sud del Libano, è catastrofico, con migliaia di civili morti e milioni di sfollati.
 
Mentre Israele continua a commemorare le sue vittime, il futuro del conflitto rimane incerto, con il rischio di un’escalation che potrebbe trasformarsi in una guerra regionale di vasta portata.

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