PARIGI (Francia) – Dopo due settimane di gare, di emozioni, speranze, di gioie e delusioni, si sono chiuse domenica sera le Olimpiadi di Parigi 2024: il testimone è stato passato a Los Angeles dove nel 2028 ci attendono i Giochi forse più spettacolari di sempre, con Hollywood a fare da sfondo alle imprese a Cinque Cerchi. Tornando a quando accaduto a Parigi, invece, non possiamo far altro che analizzare il nostro medagliere che ci ha visto chiudere in 48a posizione, con 1 oro, 2 argenti e 5 bronzi. 8 medaglie – 5 in meno rispetto a Tokyo quando chiudemmo in 24a posizione nel medagliere – che certificano come lo sport svizzero sia comunque fiorente, ma non del tutto sbocciato.
Ovviamente ci sono dei “ma” da tenere in considerazione, quali il bacino d’utenza non immenso e nel quale gli sport principali – hockey, calcio e sport invernali – la fanno da padrone. Nelle due settimane a Cinque Cerchi abbiamo applaudito alle gesta di Chiara Leone, a quelle di Julie Derron, Steve Guerdat, Audrey Gogniat, Roman Mityukov, Zoé Claessens, del tuo Röösli/Gulich e Hüberli/Brunner, ma abbiamo anche masticato amaro per i tanti quarti posti e ai piazzamenti a un passo dal podio. Come dimenticare Noé Ponti che ci ha fatto sognare fino all’ultimo in vasca con i suoi 100 e 200m delfino? Oppure Simon Ehammer e Annik Kälin arrivati davvero a un soffio da una medaglia? Sono stati ben otto i piazzamenti che con un po’ di fortuna in più potevano trasformarsi in momento di gloria.
Tokyo, con le sue 13 medaglie – la mountain bike ci regalò un podio tutto elvetico – fu quasi un’eccezione, mentre con le 8 medagli conquistate in terra francese, la Svizzera si è mantenuta sugli standard dell’ultimo quarto di secolo, migliorando quanto fatto a Rio (7 medaglie), Londra (4), Atene (5), pareggiando il quantitativo di Pechino. Si può sicuramente fare meglio, ma si può anche sorridere e ritenersi soddisfatti.