DÜSSELDORF (Germania) – Avevamo ancora negli occhi la vittoria ottenuta contro l’Italia nell’ottavo di finale, avevamo ancora nelle orecchie le parole di Yakin e della sua truppa in vista della sfida contro l’Inghilterra, abbiamo visto una bella Nazionale affrontare la Tre Leoni in quel di Düsseldorf senza timori reverenziali, per poi arrendersi ai calci di rigore.
Nel primo tempo, bello da vedere, giocato a buon ritmo, ma avaro di grandi emozioni, i ragazzi di Southgate hanno dimostrato un volto diverso a quello fatto vedere fin qui in terra teutotica: il pressing alto ha messo in difficoltà Schär e compagni, con gli inglesi capaci spesso e volentieri di mettere i piedi nella nostra area di rigore – quasi sempre con uno scatenato Saka – non riuscendo però mai a concludere verso Sommer, anche grazie a un reparto difensivo apparso decisamente quadrato.
E la Svizzera? La nostra Nazionale, dopo aver retto l’urto, è cresciuta col passare dei minuti, è riuscita ad alzare il baricentro e, seppur soffrendo le accelerazioni di Bellingham, ha cominciato a insinuare qualche dubbio nella testa degli inglesi. Dubbi che sono diventate certezze quando Embolo – alla prima giocata giusta – ha superato Pickford da pochi passi (75’), mandando in estasi i supporters rossocrociati assiepati dietro la porta. La rete ha avuto il merito – purtroppo – di svegliare Southgate e i suoi, capaci di giungere all’immediato pareggio con Saka (80’), bravo a trovare l’angolo irraggiungibile per Sommer.
Negli ultimi 10’ ha predominato la paura, con la Svizzera che ha avuto la miglior occasione con Ndoye, anticipato sul più bello – a pochi secondi dal fischio finale – da Embolo, che ha sporcato la traiettoria, facendo sfumare ogni velleità. Di conseguenza i supplementari sono diventati una realtà. Supplementari che fino al 117’ – parata di Sommer su Rice a parte – non hanno regalato emozioni, ovvero fino al palo colto dal neo entrato Shaqiri direttamente da calcio d’angolo e alla parata di Pickford sul tiro di Amdouni.
I calci di rigore sono stati, quindi, una logica conseguenza. Rigori, dove, a pesare come un macigno è stato l’errore di Akanji: il nostro Europeo finisce così, ai quarti di finale, ai rigori, come tre anni fa.