Svizzera, 02 maggio 2024

Dovrà passare 8 mesi in carcere per aver aiutato la moglie ad abortire

Un cittadino kosovaro dovrà scontare otto mesi di carcere e pagare 8'500 franchi di spese processuali per l'aborto illegale della moglie. Nella sua sentenza anche il Tribunale penale di Lucerna ha ritenuto che si trattasse di un “errore evitabile”, come riferisce la “Luzerner Zeitung”.

L'uomo e la donna presumevano di essere autorizzati a compiere questo passo se si fossero accordati tra loro. Sebbene il reato cosiddetto “di catalogo” comporti l'espulsione automatica, l'uomo ha potuto evitarlo per motivi di rigore. Per il tribunale la coppia kosovara è apparsa subito pentita e “ben integrata”.

La vicenda risale a più di due anni fa. Alla fine del 2021, la coppia si è accorta che era in arrivo un altro bambino e ha fissato un appuntamento presso la clinica ginecologica di Lucerna per informarsi su un aborto. Ma l'operazione poteva essere fatta solo previo pagamento di 800 franchi, perché entrambi erano sulla lista nera dell'assicurazione sanitaria. La famiglia viveva in circostanze modeste ed era piena di debiti e hanno quindi deciso di interrompere loro stessi la gravidanza.



La gravidanza era la quinta e non era pianificata. Durante una vacanza in Kosovo, il padre, che lavora come operaio edile, sarebbe stato informato da un conoscente dell'esistenza del farmaco Cytotec. Cycotec aiuta a curare le ulcere allo stomaco e in alcuni paesi viene utilizzato anche come mezzo di aborto. In Svizzera, tuttavia, l'utilizzo del farmaco a questo scopo è vietato.

La coppia ha deciso quindi di provare le compresse. Dopo cinque giorni e tre compresse, l’effetto si è fatto subito sentire. Ma la donna ha sofferto di una grave emorragia ed è stata ricoverata presso la clinica ginecologica di Lucerna dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico d'urgenza. Il feto morì e fu scoperta l'assunzione di Cytotec. In Svizzera l’aborto è legale solo fino alla dodicesima settimana di gravidanza. Tuttavia, secondo l'accusa, la donna incinta era già tra la 16a e la 20a settimana. Poiché con l'assunzione del medicinale aveva messo consapevolmente in pericolo la salute della moglie e la vita del bambino, il pubblico ministero aveva chiesto per il padre una condanna a otto mesi di reclusione, richiesta a cui il tribunale ha acconsentito.

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