Linda Zanetti sul tracciato del primo aprile scorso ha colto sensazioni incredibili, come ci ha raccontato nei giorni scorsi di ritorno dalla classica di Heerenhoek, meglio conosciuta come Omloop Van Borsele (e vinta dalla ticinese nel 2023!). Classica che non ha portato a termine perché è caduta. “Mi è uscita la spalla in gara ed ho pure rimediato lo stiramento del tendine. Ho trascorso alcune ore in ospedale in Olanda e poi, finalmente, sono stata dimessa. Nulla di grave, sono già a posto e pronta a partecipare alla Vuelta a Burgos in programma da metà maggio”, dice la ragazza di Camignolo, che ormai si è concentrata solo due ruote leggere.
Ma torniamo in argomento: partendo dal Giro delle Fiandre.
Debbo dire che non è stata una giornata particolarmente felice dal punto di vista sportivo. Ma correre sui muri e sul pavè è stato comunque emozionante. Adrenalina pura; parliamo di un tracciato durissimo, sul quale non puoi permetterti di sbagliare nulla. Io sono arrivata in Belgio 48 ore prima della gara e non ho avuto tantissimo tempo per conoscere il tracciato. Quando mi sono ritrovata in mezzo al gruppo e sono salita sul primo muro, in mezzo a due ali di folla urlante, ho capito cos’è la vera essenza del ciclismo. Poi mi sono fermata: non ero nelle condizioni fisiche ideali per continuare.
Tempo inclemente, strappi micidiali e, appunto, tantissima gente.
Avevo sentito parlare di questa classica e l’avevo pure vista in televisione. Ma correrla è tutta un’altra cosa! La marea di gente presente sui muri e il tifo mi hanno colpita: in Belgio il ciclismo è sacro e vissuto come una festa. Lungo il percorso, stando a informazioni giornalistiche, c'erano quasi un milione di persone. Incredibile. Esserci è stato davvero bello, anche se non ho finito la prova. Una esperienza, insomma, da ripetere. L’importante era conoscere questa realtà straordinaria. In futuro andrà sicuramente meglio.
Tracciato impervio, e di conseguenza tante cadute.
Credo che le tante cadute siano state provocate soprattutto dalla pioggia, che ha condizionato la gara. Ma tutto ciò fa parte del mestiere, sono aspetti di cui bisogna sempre tener conto.
Condizioni estreme Linda le ha poi trovate alla Freccia Vallone.
Esatto, una corsa terribile. Pioggia, nevischio a tratti, un freddo cane. Non era facile gestire il tutto. Anche in questo caso una esperienza incredibile in un contesto ciclistico di primo piano. Non avrei pensato, nemmeno quando gareggiavo con la mountain bike, di dover fare tanta fatica.
Dopo aver gareggiato nelle tre classiche del Nord, che bilancio può trarre?
Non posso ancora stilare un bilancio completo, perché non ho corso la Parigi- Roubaix e la Liegi-Bastogne-Liegi. Tuttavia mi sento di dire che ho nelle corde una corsa come l’Amstel o la Freccia piuttosto che il Giro delle Fiandre. Le Ardenne più si addicono alle mie caratteristiche.
Il 2024 è ancora lungo. Quali sono i suoi programmi?
Sarò alla Vuelta Burgos e poi decideremo. Di certo un mio obiettivo personale è quello di partecipare ai prossimi campionati del mondo su strada in programma a fine settembre a Zurigo. Correre in casa sarebbe bellissimo. Non credo come al Giro delle Fiandre, però per me sarebbe fantastico. Anche se essere selezionata non è certo scontato. La maglia dovrò meritarmela!
E allora auguri, Linda.
M.A.