Lo scorso 30 marzo l'esercito ha organizzato la Festa dei genitori sulla piazza d'armi di Thun, un evento aperto alla popolazione e in cui veniva anche servito del vino. Fin qui tutto bene, se non fosse che il vino servito provenisse dall'Italia.
Una scelta criticata dal consigliere nazionale Yvan Pahud (UDC/VD) che ha quindi deciso di chiedere chiarimenti sulla provenienza del vino. "Molti genitori e ospiti erano indignati dal fatto che il nostro esercito svizzero promuovesse il vino straniero, sapendo che il nostro Paese è pieno di produttori di vino e viticoltori locali", dice Pahud.
Il deputato ha quindi interpellato il Consiglio federale, a cui ha chiesto “perché il nostro esercito mette in risalto il vino straniero durante i suoi eventi invece di promuovere i vini svizzeri?” Sarà probabilmente il capo della Difesa, Viola Amherd, a dover spiegare le preferenze dell'esercito in fatto di vino.
Come riporta la stampa romanda, questa non è la prima volta che a Berna si pone la questione dell'origine non svizzera del vino servito in occasione di eventi ufficiali. Nel 2010, infatti, anche il consigliere di Stato vallesano ed ex consigliere nazionale Christophe Darbellay si era fatto avanti dopo che erano stati serviti vini italiani e spagnoli nel padiglione svizzero durante l'Esposizione Universale di Shanghai.
Ha poi presentato una mozione affinché le ambasciate svizzere siano obbligate a servire esclusivamente vini svizzeri. Il Parlamento aveva ammorbidito il testo sostituendo “obbligo” con “incentivo a servire i prodotti svizzeri”. Da allora il DFAE incoraggia le sue ambasciate a servire solo vini svizzeri ai ricevimenti ufficiali.