Svizzera, 19 marzo 2024

Un'alleanza di parlamentari vuole privatizzare Swisscom

Venerdì scorso Swisscom ha annunciato l'acquisizione di Vodafone Italia per otto miliardi di euro. Coloro che speravano che il governo federale interrompesse questa controversa transazione all'ultimo minuto sono quindi rimasti delusi. "Il Consiglio federale è stato informato con sufficiente anticipo dell'intenzione di acquisto", spiega il Dipartimento dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC). È risultato che un’acquisizione non è in contrasto con gli obiettivi strategici della Confederazione. Ma diversi politici, in particolare fra le fila dell'UDC, la vedono diversamente. “L'UDC è fermamente contraria all'avventura italiana di Swisscom”, ha dichiarato il consigliere nazionale Franz Grüter. Secondo lui in passato l'azienda ha perso molti miliardi effettuando diverse acquisizioni all'estero. “Riteniamo quindi un grave errore che il Consiglio Federale abbia approvato l’acquisto di Vodafone Italia”.
Grüter sa che indietro non si può tornare indietro. Vuole però approvare una mozione affinché il Consiglio federale garantisca che non siano più possibili acquisizioni di aziende all'estero e afferma che lui e "gran parte dell'UDC" sostengono la mozione del presidente dei verdi-liberali Jürg Grossen, che chiede "una privatizzazione completa o una scissione di Swisscom". L'intervento parlamentare, presentato anch'esso venerdì, incarica il Consiglio federale di sviluppare un progetto in questa direzione. Il progetto è sostenuto da 28 consiglieri nazionali di tutti i partiti borghesi: 11 dei quali dell'UDC, 10 del PLR, 4 del Centro e 3 dei Verdi liberali.

Jürg Grossen motiva così la sua richiesta: "Lo scopo di questa mozione è trovare una via affinché una Swisscom AG (parzialmente) privatizzata possa continuare ad assumere con successo il suo ruolo di leader nel settore delle telecomunicazioni, tutelando e promuovendo al tempo stesso gli interessi della popolazione svizzera e dell'economia”.



Il CEO di Swisscom Christoph Aeschlimann non vuole commentare una possibile privatizzazione. Questa è una “questione politica”. Per Swisscom è decisivo avere un azionista principale che sostenga la “strategia di crescita e di investimento” del gruppo. “Finora la Confederazione ci ha sempre sostenuto in questo approccio. Ci auguriamo che possa essere così anche in futuro”.

Aeschlimann è convinto che le possibilità di acquisire Vodafone-Italia siano “molto migliori” rispetto alle precedenti acquisizioni estere: “Swisscom è presente in Italia da 17 anni e conosce molto bene il mercato. Sappiamo a cosa stiamo andando incontro”. Il management di Swisscom cerca di rendere la ripresa attraente per i politici offrendo incentivi monetari. Se la ripresa andrà come previsto, a partire dal 2026 sarà possibile aumentare il dividendo da 22 a 26 franchi per azione, afferma Christoph Aeschlimann. “Il nostro principale azionista, la Confederazione, dovrebbe ricevere da Swisscom circa 100 milioni di franchi in più all’anno.”

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