La Confederazione ha analizzato l'immagine della Svizzera all'estero effettuando una rassegna stampa e osservando i risultati di una classifica sull'immagine delle nazioni. Ne è emerso che, se i media sono spesso critici verso il nostro paese, le popolazioni ne hanno invece un buon giudizio. “Il ruolo che la Svizzera svolge da secoli: quello di un buco nero nel cuore dell’Europa pur restandone fuori, non proprio nobilmente neutrale, ma soprattutto spettacolarmente egoista”. A dirlo era stato il quotidiano inglese Sunday Times lo scorso settembre. Questo è solo un esempio di come viene riportata la Svizzera all'estero dalla stampa straniera. Ma, nonostante gli articoli critici, il pubblico ha un'immagine perlopiù positiva.
“L’immagine della Svizzera presso l’opinione pubblica resta nel complesso molto positiva e sostanzialmente stabile, come già avvenuto negli ultimi anni”, constata il DFAE. E per una buona ragione: nella classifica internazionale del country branding, la Svizzera si trova, come negli anni precedenti, al 7° posto su 60 paesi analizzati. Il Giappone risulta vincitore per la prima volta, seguito dalla Germania, che perde il trono, dal Canada, dal Regno Unito, dall'Italia e dagli Stati Uniti. Poi, subito dietro la Svizzera troviamo la Francia. La Svizzera è riconosciuta per la sua qualità di vita, la sua stabilità politica e i suoi paesaggi. Ma non tutti amano la Svizzera allo stesso modo. Mentre i tedeschi la collocano al 3° posto nel mondo (2° nel 2021), i russi hanno dato alla Svizzera risultati molto peggiori di prima, proprio come i sauditi e i turchi. Per quanto riguarda la Russia, il motivo può essere le sanzioni introdotte nel 2022, mentre per quanto riguarda Turchia e Arabia Saudita, la causa sembra essere più complicata.
"Queste valutazioni dei Paesi di cultura islamica rappresentano un deterioramento significativo e del tutto eccezionale dell'immagine della Svizzera", commenta il DFAE. Un'ipotesi è che “è quella di una confusione tra Svizzera e Svezia” dato che lo studio è stato realizzato in mezzo alle polemiche, soprattutto sui social network, sui Corani bruciati durante le manifestazioni in Svezia. “È importante analizzare e seguire da vicino questo sviluppo”, si impegna tuttavia la Confederazione.