BERNA – Perdere a Berna, in casa dell’YB, ci sta. Per carità. Il Lugano non sarà né la prima né l’ultima squadra a lasciare il bottino pieno in casa dei gialloneri, ma è il ‘come’ è maturata la sconfitta di ieri pomeriggio che ha lasciato un po’ sbigottiti i tifosi e gli addetti ai lavori. Troppi errori in fase difensiva, troppe sbavature neanche troppo poco impercettibili, troppe marcature non prese e/o tenute in area di rigore e infatti sui 4 gol subiti dai campioni in carica, ben 3 arrivano da cross sbucati davanti al povero Saipi che nulla ha potuto.
Dopo gli impegni europei – la squadra di Wicky in ogni caso aveva giocato martedì, mentre quella del Crus solo giovedì – entrambi gli allenatori hanno deciso di fare turnover visto il fitto calendario di impegni nelle prossime settimane, ma è evidente che – citando una famosa frase di Massimiliano Allegri, ovvero “esistono le categorie di giocatori” – la panchina dell’YB sia nettamente più pronta e più forte di quella del Lugano. E con questo non vogliamo sminuire i vari El Wafi, Cimignani (che per altro ha segnato la rete della bandiera), Vladi o Hadj, che sicuramente saranno giocatori di futuro avvenire, ma è palese che in questo momento siano più “deboli”, o per meglio dire impreparati, di Amenda, Ugrinic o Nsame!
È anche giusto sottolineare che la filosofia della società – puntare sui giovani, farli crescere per poi venderli – è decisamente chiara, anche per bocca di Martin Blaser, anche se lo stesso CEO dell’FC Lugano ha dichiarato che gli obiettivi stagionali della squadra devono essere la Coppa Svizzera, il passaggio della fase a gironi di Conference League e le prime tre posizioni in campionato. Tutto bello, tutto bellissimo e fantastico, ma è evidente che a questa squadra, quando togli Sabbatini, Macek, Celar e Bottani (tutti inizialmente in panchina ieri), manca quell’esperienza che la scorsa stagione era anche assicurata dai vari Daprelà e Doumbia.
C’è bisogno di lavorare dalle parti di Cornaredo – dove il Lugano tornerà a giocare mercoledì contro il Losanna dopo quasi 50 giorni di assenza – e va dato tempo e serenità al Crus perché è bello sognare e puntare in alto ogni anno, ma da che mondo è mondo i giovani hanno diritto di sbagliare, ma quegli errori – come si è visto ieri – poi possono costare caro. Caro come potrebbe costare il pestone subìto da Arigoni che ha dovuto abbandonare il campo dolorante: si attende l’esito dei controlli, ma rivederlo in campo nei prossimi 10-14 giorni sembra già ora quasi impossibile. E se pensiamo che su quella fascia manca già Valenzuela, scopriamo che la coperta è già troppo corta…