Magazine, 08 settembre 2023

“Se non smetto di bere, muoio”

Il cantautore Il Cile ha raccontato il suo dramma dell’alcolismo tramite un post sui social

MILANO (Italia) – Ce lo ricordiamo come spalla di J-Ax nella canzone “Maria Salvador”. Stiamo parlando de Il Cile, al secolo Lorenzo Cilembrini, che tramite i social ha raccontato il suo dramma con l’alcolismo: “Se non smetto di bere, muoio”. “La prima volta che bevvi avevo 15 anni…”, ha detto: in tantissimi hanno commentato il suo post, compresi personaggi famosi e dello spettacolo, cercando di incoraggiare il cantautore nella sua lotta.
 
 
In un video pubblicato in seguito, Il Cile ha voluto ringraziare tutti per l’appoggio ricevuto, precisando che “la mia condizione è dipesa solo da me…” e ha lanciato un appello affinché si apra un dibattito sulle dipendenze. “Sono contro il proibizionismo ma i ragazzi vanno educati alle sostanze che esistono. Se ci fosse un organismo scolastico che affrontasse la cosa, tante situazioni, non dico che si risolverebbero, ma verrebbero alleggerite”. 

 
 
Al cantautore è stata diagnosticata una pancreatite acuta e la sua dipendenza gli è quasi costata la vita. A distanza di due anni dal ricovero, Il Cile ha ricevuto un ultimatum dai suoi medici nei giorni scorso: non dovrà toccare più alcol a vita, “se non voglio morire”. Nel suo post ha pubblicato anche due immagini: un quadro che rappresenta un cimitero e una bara piena di bottiglie di alcol e una sua foto in ospedale dove è stato ricoverato.
 
 
“La prima volta che bevvi avevo 15 anni, mi ricordo bene: notte di ferragosto sulla spiaggia e mezzo litro di limoncello caldo che vomitai dopo pochi minuti, il giorno dopo promisi a me stesso che non avrei più bevuto. Non è andata esattamente così”. “Credo che il motivo primario del mio alcolismo sia la timidezza mista all’insicurezza: ho sempre usato gli alcolici per abbattere quella barriera di incapacità comunicativa e terrore del giudizio altrui che mi porto dentro dall’adolescenza. In più sono un alcolista atipico: sono un “binger”. Posso stare settimane senza bere ma quando bevo posso andare avanti anche due giorni continuativamente”.
 
 
Il suo lungo post poi continua così: “Due anni fa, in estate, ero a Garda con una ragazza che ha alimentato a dismisura il mio lato autodistruttivo. Poi a Gardaland, da quanto avevamo bevuto, ci addormentammo durante le torri gemelle (vi giuro è vero), tornati in hotel continuammo mentre lei sì limitò, dopo cena finimmo in un bar dove il proprietario mi propose la sfida di bere un beverone gigante con praticamente una bottiglia di Jeagermaister dentro. Mi ricordo di essermi risvegliato in ospedale, mentre tentavo di strapparmi il catetere e con la dottoressa che intimava la ragazza alimentatrice della mia autodistruzione di bloccarmi, se avesse voluto ancora avere una vita sessuale con me. Il referto fu: “pancreatite acuta”, uscito di lì ressi tre mesi all’incirca da sobrio poi ricominciai a bere quando e come volevo. Per due anni interi, con i soliti casini che ne conseguono professionalmente, nella sfera umana, in quella dei sentimenti, in quella della pace interiore. Nella vita in tutte le sue sfaccettature, insomma. Sabato 31 agosto 2023, mi è stato detto che (se non voglio morire e sebbene le mie canzoni spesso non ispirino euforia vorrei ancora scriverne un po’) non dovrò più toccare alcool a vita. Ed anche se può sembrare stupido è surreale, quando il dottore mi spiegava tecnicamente di pancreas e cronicità, usando tutti termini che mi rimandavano al mondo ospedaliero, io mi sentivo liberato da un peso enorme”.

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