“Momenti di grande soddisfazione personale. Stare con queste persone è impagabile” ci dice Fiorenzo, che abbiamo sentito nei giorni scorsi per parlare della sua attività ma anche di una bellissima esperienza, quella dei Giochi estivi di bocce per disabili a Berlino.
“La preparazione a questo evento - ci spiega Guggiari - è iniziata a inizio ottobre dello scorso anno, non appena è stata ufficializzato il team-bocce. Oltre agli allenamenti settimanali nei rispettivi gruppi, i selezionati si trovavano (quasi) tutti i sabato mattina per allenamenti specifici per i World Games. Si giocava su viali con superfici differenti, si alternavano allenamenti di accosto a quelli di tiro, cercando di trovare alcuni automatismi e di provare situazioni di gioco che si sarebbero potute verificare durante le competizioni. Gli atleti sono sempre stati molto attenti e disciplinati e credo di poter affermare che alla fine gli allenamenti siano stati proficui”.
Un evento molto atteso quello dei World Games estivi di Special Olympics, che si tengono ogni 4 anni in località diverse, un po’ come le Olimpiadi.“Quest’anno vi hanno partecipato più di 7 mila atleti provenienti da circa 200 Paesi. Special Olympics Switzerland (con gli sponsor di cui dispone) ha organizzato tutta la trasferta. La nostra delegazione contava 70 atleti e 36 tra allenatori e staff. 15 i ticinesi, 11 atleti e 4 allenatori. Per le bocce, la Svizzera poteva competere con 3 atleti ed eravamo tutti ticinesi”.
I tre atleti erano Fabrizio Cardoso (del Gruppo SportIntegrato del Bellinzonese), 16 anni (uno dei piùgiovani ai Giochi), Alan Mogliazzi (di Sport Is Life di Lugano), 35 anni e Raffaele Delmenico (di Sport Insieme Mendrisiotto) di 53 anni. “Tutti e tre erano iscritti ai tornei di singolare, Alan e Fabrizio anche in quello di coppia. A dirigerli il sottoscritto e Pietro Grandi, head-coach di lunga data e responsabile per le bocce per Special Olympics, con alle spalle circa un ventennio di competizioni come quella di Berlino, Atene, Lodi, Los Angeles, Abu Dabi, Anversa. La sua esperienza nel settore in generale ma in Special Olympics in particolare è stata fondamentale sia durante lapreparazione che nel corso delle competizioni”.
I risultati non sono mancati. “Nutrivamo qualche speranza di medaglia, sapendo che i tre atleti sono bravi. I risultati finali sono però andati oltre le più rosee aspettative. Alan e Raffaele, nelle rispettive categorie, hanno vinto la medaglia d’oro laureandosi campioni del mondo. Fabrizio è giunto quarto nel singolare, forse comprensibilmente (visto la sua giovanissima età) tradito dall’emozione. Per Alan avevamo appunto delle ottime sensazioni già prima della gara. Ha sempre avuto avversari difficili e le partite sono spesso state tirate. La finale è stata durissima, con l’avversario (Gibilterra) in rimonta e Alan a doverlo contenere. Con un time-out chiesto a 5 minuti dalla fine siamo riusciti a mantenere il vantaggio e il risultato finale di 6 a 5 ha premiato Alan”.
Su Raffaele, il più vecchio, dice: “Ci ha stupito alla grande con prestazioni strabilianti, vincendo tutte le partite eliminatorie e dominando la sua finale contro un atleta coreano (8 a 0 il risultato finale) Per noi allenatori è stata una grande sorpresa e un’ancora più grande soddisfazione. Siamo scoppiati tutti a piangere”.
Fiorenzo racconta poi un aneddoto: “La sera delle finali, dopo le competizioni individuali, siamo usciti a cena. Non avendo competizioni il giorno successivo e essendo tutti esausti, ho detto agli atleti (che dormivano assieme) che li avrei svegliati alle 9. A quella stessa ora ho bussato alla loro porta, Raffaele era già vestito, mi ha gettato le braccia al collo dicendo che era già pronto alle 7 e che gli sembrava di essere su una nuvoletta. Bellissimo”.
A.M.