Sport, 04 luglio 2023

La testimonianza di Mezzadri: “Roger sfiorò la perfezione”

Tennis: 20 anni fa Federer vinceva a Wimbledon il primo Slam

LUGANO - L’estate del 2003 non ce la scorderemo mai: tre mesi di canicola pesante, in Svizzera come in Europa; un caldo record, difficilmente riscontrabile negli annali della meteorologia moderna. Parecchie le vittime, specialmente fra gli anziani, la categoria di persone più colpita da un fenomeno eccezionale per la sua durata, per la sua intensità e il tasso altissimo di umidità. Ma indimenticabile, quell’estate di esattamente 20 anni fa, lo fu anche per il primo grande successo di Roger Federer, uno dei più celebrati tennisti di ogni epoca: lo svizzero, allora 22enne, vinse il prestigioso torneo di Wimbledon, ad oggi ritenuto una sorta di campionato del mondo del tennis. Fu l’inizio di una carriera strepitosa, che portò il basilese in cima a tutte le classifiche internazionali.


Quel giorno, il 6 luglio 2003, il nostro atleta, che il torneo inglese lo aveva già vinto a livello juniores, battè in finale l’australiano Mark Philippoussis e diventò anche il primo svizzero ad alzare al cielo la coppa del torneo londinese. Sino al 2007 dominerà da incontrastato re del “green”. Quel giorno a commentare le gesta del basilese con il popolare Ezio Guidi c’era anche Claudio Mezzadri, ex tennista e capitano della nazionale rossocrociata. Apprezzato opinionista della RSI, il figlio dell’indimenticato Gianmarco ancora oggi lavora per l’ente di Comano e dispenserà le sue perle di competenza e conoscenza per il trentesimo anno consecutivo. “È dal 1994 che commento in TV il torneo di Wimbledon. Dapprima con Ezio Guidi, poi a seguire con Stefano Ferrando e ora con Ivan Zippilli”.  



Alla vigilia della sua partenza per Londra lo abbiamo incontrato per ricordare la prima grande vittoria in uno Slam di Roger The King Federer. Ma non solo. 


Claudio Mezzadri: sono già passati 20 anni giusti. 
Come no... E quella per il sottoscritto fu una delle più belle esperienze professionali. Federer era testa di serie numero 4 ma tutti ne parlavano con il fenomeno nascente del tennis mondiale. E noi, che rappresentavamo la TV elvetica, eravamo nel mirino dei giornalisti di altri paesi, che ci chiedevano notizie sul renano. Di certo, quelli furono 15 giorni vissuti sulle ali dell’emozione, dell’entusiasmo e del grande sogno. Quello di vedere Federer vincere il suo primo Slam. 


Prima di Wimbledon si diceva che lo svizzero era il talento emergente per eccellenza, classe pura, genio tennistico. Ma non era ancora riuscito a vincere qualcosa di importante.
In realtà si era imposto alla grande nel torneo inglese a livello juniores. Ma si sentiva che presto avrebbe vinto anche fra i master. Doveva solo affinare qualche dettaglio tecnico e migliorare il suo approccio mentale alla competizione. E allora non ce ne sarebbe stato per nessuno... 


Lei lo aveva conosciuto qualche anno prima. 
In occasione di una Coppa Davis, se non sbaglio nel 1999. Tutti avevano capito che la Svizzera presto avrebbe avuto un campionissimo, uno dei migliori della storia sportiva e non solo tennistica. 


Torniamo in argomento, torniamo a Wimbledon 2003. 
Roger massacrò tutta la concorrenza. Pensi che perse un solo set (contro Fish) in sette partite. Concentrato, calmo, sornione come un veterano, distrusse tutti i suoi avversari, che sembravano annichiliti di fronte al tennis straordinario, se mi permette, del rossocrociato. In finale Philippousis, che pure era un buon giocatore, non vide palla. In cabina io e il buon Ezio ci emozionammo quando Federer conquistò il punto decisivo. 


La vera finale, scrissero i cronisti di allora, fu la semifinale con Roddick.
In realtà nemmeno lo statunitense riuscì a tenergli testa. In quel torneo Federer, malgrado la giovane età ed una limitata esperienza, rasentò la perfezione. Fu quello l’inizio di un’epopea. E nelle quattro successive edizioni, lo svizzero riuscì a ripetersi. Sul manto verde era imbattibile.


Nole Djokovic ha la possibilità di raggiungere Federer in vetta alla classifica dei super vittoriosi di Wimbledon (8 successi dal 2003 al 2017 per il basilese). 
In questo momento il serbo è il tennista più forte del panorama internazionale. Nole fa della fisicità e della cura dei dettagli le sue armi migliori. Se resiste ancora ai vertici, un motivo ci sarà. Anche in questa edizione parte come favorito e faccio fatica a pensare che alla fine qualcuno potrà batterlo.


Risultato dunque scontato?
Mi sa di sì, anche se spero di vedere un torneo emozionante ed equilibrato. Djokovic però ha una marcia in più.


Possibili rivali?
Lo spagnolo Alcaraz è il primo della lista. Poi metterei Tsitsipas e Rune. Ma sarà comunque dura. Come detto, Nole in questo momento esprime il miglior tennis, sconfiggerlo sarebbe un impresa. Con la I maiuscola.

M. A.

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