LUGANO – Si sognava il ritorno per gara-7 a Ginevra. Ci si immaginava un’altra folle notte di hockey e di passione sotto le volte della Cornèr Arena, con vista su Les Vernets. Ci si domandava se anche questa volta il carattere del Lugano avrebbe avuto la meglio sulle qualità, sulla forza fisica e sulle individualità del Servette. Ebbene… la risposta, chiara, netta, inequivocabile è – purtroppo – arrivata ieri sera sulle rive del Ceresio. Una risposta indigesta per i colori bianconeri: la truppa di Gianinazzi, infatti, per la prima volta nella serie dei quarti di finale ha dovuto cedere il passo in casa ai ragazzi di Cadieux, salutando così la corsa al titolo.
Certo, praticamente nessuno si immaginava un Lugano in finale, in pochi si sognavano un Lugano in grado di portare fino a gara-6 il Servette, mattatore della regular season, ma praticamente tutti ieri sera hanno capito la grande differenza tra le due compagini che si sono affrontate sul ghiaccio della ex Resega. Le statistiche del primo tempo, infatti, non lasciano scampo dall’immaginazione: i bianconeri hanno tirato soltanto 5 volte dalle parti di Mayer, non rendendosi praticamente mai pericolosi, mentre le Aquile hanno imperversato dalle parti di un incerto Koskinen, che ha sulla coscienza il 2-0 di Jooris.
Il Lugano è stato bravo e volenteroso nel riaprire una contesa che le reti di Richard e Hartikainen avevano praticamente chiuso, ma i due guizzi di Thürkauf e di Carr hanno solo permesso ai cuori bianconeri di tornare a vibrare, di offrire l’occasione a Gianinazzi di richiamare Koskinen per l’ultimo disperato tentativo di impattare la sfida e di aprire la strada verso la rete ancora a Richard e addirittura a Mayer, capace di siglare una rete da porta a porta durante un playoff!
Nulla da fare, insomma, per il Lugano. Nessun ritorno a Ginevra, nessuna gara-7, nessun sogno ancora integro. Ieri, alla fine, si è chiusa una stagione nata male, continuata ancora una volta malissimo, e che solo sul finale il carattere della squadra ha provato a raddrizzare, ma i tanti errori fatti fin qui alla fine sono stati pagati… a caro prezzo.