Sport, 21 marzo 2023

"Il girone dei rossocrociati? Decisamente abbordabile”

Qualificazioni agli Europei 2024: ne parliamo con l’ex nazionale Alberto Regazzoni

LUGANO - Alberto Regazzoni fra meno di due mesi compirà 40 anni. Dopo tanti anni di calcio a buoni livelli, l'attaccante nato a Lugano ha abbracciato una nuova professione (lavora presso le Dogane), professione che svolge con lo stesso entusiasmo che lo animava durante le stagioni pedatorie. “Un cambio radicale, certo. Ma posso dire di aver scelto bene. Certo, il calcio è sempre stata la mia passione. E penso di aver sempre dato tutto per non deludere le aspettative delle società in cui ho militato”. Il Lugano, per esempio, oppure il Malcantone/Agno, con il quale ha ottenuto proprio 20 anni fa una storica promozione in Challenge League o, ancora, il Sion, a cui ha regalato la Coppa Svizzera nell’edizione 2005/2006: “Ero l’ultimo a tirare nella serie dei rigori e segnai il punto decisivo”. Diventò, anche grazie a quell’episodio, un idolo della calda ed esigente tifoseria vallesana. Poi Young Boys, San Gallo (con una nuova promozione, stavolta in Super League), ancora una parentesi a Sion e infine Chiasso. Nella squadra rossoblù chiude in pratica la carriera nell’elite del calcio svizzero: in tre stagioni segna 45 reti. La velocità e l’estro di Regazzoni non sono sfuggiti nemmeno al selezionatore della Nazionale, il leggendario Köbi Kuhn, che lo fece debuttare in una amichevole contro il Venezuela. Era il 2 settembre 2006. Rega vestirà altre due volte la maglia rossocrociata. “Per me la semplice convocazione in Nazionale è sempre stato motivo di orgoglio”. A proposito di Nazionale svizzera: ai recenti Mondiali del Qatar avrebbe potuto fare meglio. “Abbiamo battuto la Serbia e il Camerun perdendo di misura contro il Brasile. Tutto ciò è stato davvero bello. Ma il cappotto incassato dal Portogallo negli ottavi di finale è stato davvero inaccettabile ed ha un po' oscurato la nostra rassegna iridata” afferma Alberto, con cui, alla vigilia delle qualificazioni agli Europei del 2024 – la prima partita è in programma sabato prossimo contro la Bielorussia – abbiamo colloquiato per capire cosa aspetta i rossocrociati di Murat Yakin. 


Alberto: facciamo un passo indietro e torniamo un attimo ai Mondiali qatarioti.
Siamo partiti ben col Camerun e ci siamo confermati, pur perdendo, contro il favoritissimo Brasile. Poi mi sono entusiasmato durante la partita contro i serbi: una prestazione tutta cuore, carattere e concretezza. Una Svizzera davvero solida, che lasciava ben sperare per gli ottavi di finale. A quel punto, però, come spesso è successo in passato, non siamo stati capaci a gestire le emozioni e contro il Portogallo abbiamo rimediato una sconfitta pesantissima. Inaccettabile, vergognosa. A livello di bilancio, tuttavia, non va dimenticato quello che abbiamo fatto nel girone più difficile delle eliminatorie.


Si riparte ancora da Murat Yakin che, malgrado ilkappaò incassato dai lusitani, non ha subito la gogna mediatica come per esempio era successo a Vlado Petkovic dopo i Mondialidi Russia.
Yakin è un commissario tecnico capace ed empatico, che non ha preconcetti tattici. E questo gli ha fatto guadagnare “punti”. Ha ammesso gli errori commessi ai Mondiali (suoi e dei giocatori) e ha subito voltato pagina. Credo di poter dire che siamo in mano sicure.


Sabato si riparte con Bielorussia-Svizzera. A Novi Sad, in Serbia.
Non è certo il miglior posto per giocare, visto che il pubblico serbo presente non tiferà certamente per noi. Comunque: noi dovremo fare la Svizzera e credo che la Bielorussia ci sia inferiore, anche se avrà il sostegno del pubblico di Novi Sad.


Sulla carta è un girone facile.
Non c’è più nulla di facile nel calcio moderno. Ma mentirei se dicessi che sono preoccupato dalla concorrenza: questo è un girone abbordabile. Il livello delle nostre avversarie non mi sembra granché. Sulla carta l’unica squadra veramente temibile mi sembra la Romania, che però non è la Romania dei tempi d’oro. Se non sbaglio non si qualifica ad una rassegna internazionale da parecchi anni.


Quindi?
Passano le prime due e quindi non credo che ci faremo sorprendere. Con tutto il rispetto dei nostri rivali, la Svizzera ha pescato molto bene dall’urna. E poi dobbiamo confermare il nostro status di nazionale emergente degli ultimi due decenni. Dal 2004, fra Europei e Mondiali, abbiamo mancato soltanto l’accesso ai Mondiali del Sudafrica. Qualcosa vorrà pur dire.


Si aspetta novità per la sfida contro la Bielorussia?
Non credo che sarà questo il momento degli esperimenti o dei volti nuovi. Yakin conta sul suo gruppo storico. A me non sarebbe spiaciuto, semmai, la convocazione di Michael Frey, neo acquisto dello Schalke 04 dopo aver fatto le fortune dei club belgi del Beveren e dell’ Anversa.

M.A.

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