Sport, 28 febbraio 2023

Tour de France a Bellinzona: non mancano gli ostacoli

Il governo cantonale non è convinto, per il 2027 nulla da fare?

BELLINZONA - Il grande ciclismo tornerà un giorno in Ticino? Dal 2009, dai Mondiali di Mendrisio, sulle nostre strade non ci sono più state corse d’alto livello e allora ci ha pensato Fabrizio Cieslakiewicz a buttare il sasso nello stagno durante la conferenza stampa di presentazione del Gran Premio del Ticino 2022.“Perché non un campionato del mondo a Bellinzona?” affermò deciso. Un’idea sensazionale, ancorchè difficile da realizzare, vista la mancanza di un percorso da Mondiale (se possibile duro e selettivo) e perché difficilmente gestibile a livello di costi. Ma la cosa non finisce lì, perché qualche giorno dopo Antonio Ferretti, ex corridore professionista e giornalista d’inchiesta RSI, rilancia: “I Mondiali costano troppo, forse sarebbe meglio concentrarci su un altro obiettivo e cioè sul Tour de France!”. 


In sostanza: l’organizzazione del Grand Depart del Tour, una specie di “tre giorni” ticinese, i primi tre della corsa gialla. Come è successo in Danimarca la scorsa estate, come succederà a Bilbao la prossima e a Firenze nel 2024. Un’ideona, disse Fabrizio Cieslakiewicz a mezzo stampa; difficile ma praticabile. Un’occasione per riportare al Sud delle Alpi un evento di portata internazionale (e prestigioso) e dare visibilità al nostro Cantone, con tanto di ritorno economico. Detto fatto, il gruppo promotore invia subito Antonio Ferretti a Parigi a parlare con il gran capo del Tour, Christian Prudhomme. 



Un colloquio intenso e chiarificatore, per capire se c’è margine per allestire una manifestazione così importante. La risposta è sì, ma ad una condizione: nell’organizzazione devono essere coinvolti anche le autorità cantonali, attraverso una lettera d’intenti da inviare alla società che allestisce la corsa. Senza l’appoggio dei governi locali il Grand Depart non è possibile. Un esempio: la provincia autonoma dei Paesi Baschi sostiene economicamente la partenza del prossimo Tour 2023, così come la Regione Toscana appoggia Firenze per il 2024.


A questo punto i responsabili dell’operazione “Tour a Bellinzona” hanno incontrato ad inizio febbraio imembri del governo ticinese per capire se l’operazione sia fattibile. Nella seduta, alla quale partecipano i principali artefici di questa iniziativa, emerge tuttavia una posizione piuttosto “tiepida” del Consiglio di Stato, che pur ammettendo l’importanza dell’evento, preferisce rimandare ogni decisione dopo il 2 aprile, data delle prossime elezioni cantonali. Sembra, da nostre informazioni assunte al Palazzo delle Orsoline, che il Governo non voglia caricare di ulteriori costi le nostre casse (il momento è decisamente sfavorevole) e che preferisca “girare” ogni decisione alla nuova compagine governativa che sarà eletta fra un mese e mezzo. Difficile dar torto alle nostre autorità, anche se questa del Tour a Bellinzona rappresenta un’occasione d’oro per rilanciare l’immagine del nostro Cantone.


Va da se che aspettare ancora qualche mese potrebbe essere fatale: per il 2026 e il 2027 Prudhomme sta già valutando altre candidature.

M.A.

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