Sport, 07 febbraio 2023

“Paradiso: una parte molto importante della mia vita”

Nostra intervista con Antonio Caggiano, vulcanico e dinamico “presidentissimo” dell’ambiziosa e sorprendente società calcistica del comune luganese

PARADISO - Le principali doti di Antonio Caggiano, presidente del Paradiso e municipale della Lega dei Ticinesi nel comune che sorge ai bordi del lago Ceresio, sono la passione per il calcio e l’amore per la società che negli ultimi tempi ha fatto parlare molto di sé per i risultati ottenuti. Clamorosi, per certi versi: ricordiamo che il club biancoverde soltanto 15 anni fa navigava a vista nei campionati regionali. L’imprenditore luganese ci ha messo naturalmente del suo in questa crescita esponenziale: non solo in termini finanziari ma anche di immagine. Generoso, empatico, a volte rodomontesco ma mai rancoroso, dirige il Paradiso come un club d’alto bordo. Di lui dicono sia un sognatore (e in fondo questa è la definizione più azzeccata). Nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato per parlare a 360 gradi dei suoi progetti, del Paradiso, del calcio ticinese e, anche, dei mass media locali. 


Presidente: partiamo da una dichiarazione rilasciata sul nostro giornale da Angelo Renzetti. “Auguro (al Paradiso, ndr) che le cose gli vadano bene. Anche se non comprendo sino in fondo dove si voglia arrivare”. Cosa risponde? 
Partiamo dal presupposto che non riesco a capire perché Angelo Renzetti ce l’abbia col Paradiso e col sottoscritto. E questa considerazione nasce dopo le dichiarazioni a mezzo stampa e alle illazioni uscite durante gli Awards di Teleticino nello scorso mese di dicembre. Detto ciò, Angelo ha ragione. Il nostro centro sportivo è omologato fino alla Prima Lega Promotion. Quindi dove vogliono arrivare Caggiano e il Paradiso? Alla Prima Lega Promotion. 


Spieghiamo a chi nutre qualche perplessità o dubbio: cos’è il Sogno Paradiso? 
Non ci devono essere né perplessità né dubbi, il Sogno Paradiso, che non coinvolge solo la nostra società, è molto chiaro: una Prima Classic con sei società ticinesi. Questo potrebbe alzare l’interesse per il calcio a livello cantonale, aumentare l’afflusso di spettatori alle partite e dare un nuovo valore alle sponsorizzazioni nel calcio regionale. S’innalzerebbe, insomma, il valore del nostro movimento. E non ritengo siano solo fantasie. Il Mendrisio adesso è primo in classifica in Seconda Lega Interregionale: è una buona società con un passato glorioso e un’ottima squadra. Il Taverne è guidato da un presidente passionale (Carlo Burà, ndr) che ha saputo strutturare abilmente la società per farle disputare un campionato estremamente difficile. Il Collina d’Oro, dal canto suo, ha un gruppo con un forte potenziale, dei giocatori di categoria e, inoltre, ha anche il vantaggio di avere un’organizzazione degna di una squadra di livello superiore. Lo stesso Locarno, con l’aiuto esterno di Angelo Renzetti, certamente un valore aggiunto per il club, potrà arrivare in questa categoria, nella quale il Paradiso conta di essere protagonista e salire in Prima Promotion. Questo è il nostro sogno. Visionario? Credo che in ogni settore della vita bisogna essere ambiziosi e soprattutto coraggiosi nel portare avanti i propri progetti. 


Dalle leghe minori alle porte del calcio che conta: solo una grande passione e, ci permetta, una sana follia del presidente ha portato il Paradiso a questi livelli. Ma dove vuole arrivare? 
Diciamo che non sono l’unico presidente che è arrivato in queste categoria partendo dal basso. Molto prima di me ci fu Beppe Morotti ad Agno, che ha fatto i miracoli ed è giunto a mete impensabili, penso alla Challenge League. E aggiungo che anche Burà, presidente del Taverne, ha fatto e sta facendo il nostro stesso percorso. Quindi, più che parlare del Paradiso e del sottoscritto, io ci terrei a precisare che nel nostro cantone, se supportate da comuni che mettono a disposizione le infrastrutture, tutte le società possono ambire a queste leghe. E per l’obiettivo finale mi sembra chiaro che la Prima Promotion potrebbe essere un punto d’arrivo. 


Paradiso è praticamente un quartiere di Lugano. Ha dunque senso che il FCP sia un club ambizioso? 
Beh, se considero che Chievo, piccolo quartiere di Verona, è arrivato in Serie A in Italia ed è rimasto per 27 anni nelle due principali leghe della vicina penisola, dico che il Paradiso non ha nulla da invidiare al Chievo. Nello sport non ci si devono precludere risultati di alcun tipo. Lavorando con passione e serietà le soddisfazioni arrivano strada facendo. Mi viene da pensare che, se qualcuno mi avesse fatto questa domanda 5 anni fa, non avrei mai detto che puntavamo ad arrivare alla Prima Lega Classic. I passi avanti che abbiamo fatto nei decenni ci hanno spinti a migliorare. Sono stati la crescita e la serietà nel lavoro che ci hanno portati ad arrivare dove siamo adesso e ne sono veramente orgoglioso. 


Prima Sannino, poi Kubilay Türkyilmaz e Alessandro Grigoletto: lei ha un organico di Swiss Football League, che nemmeno l’ACB… 
Si, questo è vero. Abbiamo preso un allenatore di cui sono soddisfatto al 100% non solo per l’aspetto tecnico, ma anche per le sue doti umane, che sono veramente impressionanti. Tutti noi, giocatori, membri dello staff e sottoscritto incluso, lo ascoltiamo con attenzione quando parla. Quando apre bocca sembra di avere davanti un’enciclopedia del calcio e, inoltre, non c’è una sua parola che sia detta invano. L’arrivo di Türkyilmaz e Grigoletto è stato poi un innesto importantissimo. Grigo si è calato nella parte da vero professionista qual è e sta lavorando almeno al 60/70% per Paradiso. Kubi è un personaggio incredibile che, con la sua esperienza, sta dando calma e certezze a tutto l’ambiente. Venerdì scorso ho potuto toccare con mano il suo carisma. Siamo andati a vedere Bologna-Spezia ed eravamo appena seduti in tribuna quando lui è stato riconosciuto da un tifoso. E quando si è sparsa la voce che lui fosse presente, i fan lo hanno acclamato. In seguito i supporter ci hanno fatti andare in curva, dove hanno intonato un coro per omaggiare Kubi a 30 anni di distanza dalla sua ultima partita col Bologna. Una nuova generazione di tifosi gli ha dedicato una standing ovation. È stato un momento veramente emozionante! 


Ma la lista dei principali collaboratori di Caggiano non è finita. 
Abbiamo Jimmy Berisha che, in veste di consulente strategico esterno, ci aiuta nell’identificazione di giocatori e fornisce un contributo a livello manageriale alla società. E non da ultimo, anzi pedina fondamentale del nostro scacchiere, rimane il nostro direttore sportivo Gianpiero Stagno. In questi giorni il DS è stato è stato accostato al Bellinzona di Bentancur e devo dire che sia io che i giocatori, per non parlare dell’intera società, ci siamo rimasti male. Vorrei che questi atteggiamenti destabilizzanti nei nostri confronti (siamo bersagli da diverso tempo!) cessassero. Non nego che il nostro DS abbia fatto un pensiero all’ACB: chi non lo farebbe per una squadra di Challenge League? Alla fine però questa passione che abbiamo sempre messo in quel che facciamo, così come i valori sui quali basiamo la nostra identità sportiva, hanno avuto la meglio sul blasone e sui soldi. E così Stagno ha scelto di restare a Paradiso. E tengo a precisare che il merito è da attribuire alla passione e alla correttezza con cui si è sempre distinto il Paradiso.


Per esempio?
Per ogni nostro giocatore a cui si interessa, il Paradiso ha sempre contattato prima la squadra di appartenenza. Solo dopo aver trovato un’intesa con l’altro club prendiamo un contatto diretto con il calciatore. Queste sono per noi le basi di un gentlemen agreement che crediamo debba esistere tra le varie società. Capisco perché il Bellinzona si sia rivolto a Gianpiero e mi auguro che a breve riescano a mettere in campo l’apparato amministrativo al quale mirano. Una società ben strutturata permette non solo a chi dirige il club di avere una maggiore serenità, ma lancia anche un messaggio di serietà alla piazza. E da amante del calcio non posso che augurare al Bellinzona, al suo patron e a tutti i suoi tifosi di raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati. 


Veniamo a lei: generoso, vulcanico, presidente-tecnico, invadente. Insomma: di tutto e di più. Cosa risponde? 
Sono tutti aggettivi che possono farmi piacere. L’unico con cui non sono assolutamente d’accordo è invadente, che alcuni mi hanno affibbiato in modo dispregiativo. Basti vedere le dichiarazioni di chi ha lasciato il Paradiso con una piccola vena polemica, come il tecnico Cocimano e l’attaccamte Stojanov. Quando se ne sono andati, hanno dichiarato che non avevano rapporti con il presidente. Ecco, questa frase, usata con intento polemico, dimostra che so rispettare i ruoli. A meno che non siano situazioni assolutamente gravi, io non mi permetto di parlare al posto di chi ne ha il compito. Io rispetto le gerarchie e non voglio scavalcare nessuno. Ripeto però che sono sempre, e sono sempre stato, a disposizione di chi deve affrontare situazioni gravi.


A proposito di rapporti: con la stampa ultimamente non sono stati molto idilliaci. 
Non reputo che questa sia un’affermazione corretta. Con la stampa penso di aver sempre avuto un ottimo rapporto. È chiaro che ultimamente ci sono state dichiarazioni di alcuni giornalisti che mi hanno fatto arrabbiare poiché non corrispondevano al vero, ma poi sono entrato in silenzio stampa per delle divergenze d’opinioni. E la prova è che oggi siamo qui assieme a rilasciare un’intervista dopo che abbiamo discusso. I rapporti umani si affrontano da persone mature e, quando l’atteggiamento è corrisposto, si va oltre le divergenze. 


Senta: lei recentemente ha dato consigli a Bentancur. A Bellinzona non erano troppo contenti, vedi intervista al DS Gaggi sul Mattino di settimana scorsa. 
Lungi da me dare consigli a Bentancur e al Bellinzona. Non era mia intenzione offendere nessuno. Ho solo risposto alla domanda di un giornalista. E la mia risposta, come dice Gaggi, è stata di carattere generale. In una società di Challenge League non può essere una persona sola a farsi carico di tutte le responsabilità, da quelle del magazziniere a quelle del Direttore Generale. Secondo me in un club così importante il patron dovrebbe riuscire a trovare le persone a cui delegare determinati compiti affinché possa concentrarsi sul proprio ruolo. È stato un consiglio a un collega. Voglio anche cogliere l’occasione per tranquillizzare Gaggi, che penso sia l’anima della società. Non ho mai avuto modo di conoscerlo, ma ho sentito parlare di lui e so quanto faccia per il Bellinzona: ha la mia massima stima. 


Dalla Capitale al Chiasso, che purtroppo ha chiuso.
Sono estremamente dispiaciuto per la storica società rossoblù. Il suo fallimento ha colpito le coscienze di tutto il Cantone calcistico. Quando una società attiva dal 1905 fallisce è una sconfitta per tutto lo sport ma non solo. Mi auguro che qualche personaggio locale possa avvicinarsi e interessarsi al Chiasso affinché questa realtà possa rinascere e ritornare alle categorie che le competono.


Cambiamo argomento: questione stadio: cosa ci riserva il futuro a Paradiso?
Per quanto riguarda l’FC Paradiso, il futuro è molto chiaro. Infatti, l’anno scorso, il nostro Comune – tramite il consiglio comunale – ha stanziato un importo di circa 650'000 franchi per la realizzazione di una tribuna con un piccolo ristorante annesso. Purtroppo ad oggi, in maniera inspiegabile, la nostra domanda di costruzione giace ancora sui banchi del municipio di Collina D’Oro, pure coinvolto in questa operazione. A questo stallo si è arrivati per motivi a me sconosciuti, soprattutto se considero l’affermazione del capo dicastero del comune di Collina d’Oro il quale, cito a memoria, disse “è ammessa la realizzazione di infrastrutture in quel sedime, a patto che siano di piccola entità”.


Quindi?
Ecco, io non voglio scendere sul piano della polemica ma dico solo una cosa: in questo cantone ci sono molte persone che si mettono a disposizione delle associazioni sportive. La maggior parte di loro lo fa a titolo gratuito investendo il proprio tempo e i propri soldi. L’unica cosa che si chiede è di non far diventare lo sport l’ennesimo esercizio politico fine a sé stesso. Vorrei che prevalesse lo sport affinché i nostri giovani possano avere le infrastrutture che meritano per poterlo praticare. 


Veniamo ora al campionato: come ci arriva la sua squadra? 
Il Paradiso ha ripreso gli allenamenti il 10 gennaio scorso. È un team motivato e che si sta allenando bene, con voglia e passione, consapevole che sarà un girone di ritorno molto agguerrito. Sappiamo che il Lugano si è rinforzato e, come è giusto che sia, ambisce al primo posto di questo girone. Sappiamo pure che l’Eschen ha fatto degli innesti importanti per mantenere la categoria. Il Tuggen e il Wettswil, due squadre solide, vogliono disputare un torneo di vertice. Detto ciò: dovremo affrontare ogni singolo allenamento con grinta e ogni partita come se fosse l’ultima. 


Infine: lei in passato è stato calciatore del Paradiso. Cosa rappresenta questa società per Antonio Caggiano?
Ho trascorso una vita in questa società ormai ultracentenaria, da sempre un punto di aggregazione per tutti i giovani e per coloro che amano il calcio. Ai tempi, per chi non lo sapesse, il Paradiso giocava nel leggendario campo della Solitaria, su un fondo improbabile e sabbioso. Insomma: questo club è una parte importante della mia vita, come lo è per mio padre Giuseppe, che merita certamente una menzione speciale. Da quando mi portò per la prima volta al campo, nel lontano 1978, e fino ai nostri giorni, lui è sempre stato il responsabile del vestiario della squadra. Oggi lui può dire con orgoglio che la maglia del Paradiso la indossa da ben 45 anni.

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