Sport, 18 dicembre 2022

“Maradona o Leo Messi? Non facciamo paragoni"

Mario Kempes, campione del mondo del 1978, e i dubbi amletici argentini

DOHA (Qatar) - Mario Kempes, campione del mondo 1978, ha tante storie da raccontare. Ma una, in particolare, colpisce e lo riguarda direttamente:  Quando andammo a ricevere la Coppa del mondo dalle mani del dittatore Videla nel 1978 io non gli strinsi la mano. A me la politica e i generali non interessavano e la loro intrusione nella vita della Seleccion non mi era mai piaciuta. Quindi non lo salutai. Ma nessuno di noi sapeva cosa stesse accadendo in Argentina. Dei desaparecidos, delle persone scomparse, dei prigionieri politici e delle torture alla scuola Esma, vicino allo stadio della finale, siamo venuti a conoscenza soltanto tempo dopo”. 


Il bomber argentino, che si occupa di vini (produzione e vendita, soprattutto negli Stati Uniti e Spagna) ed è opinionista TV, si rammarica ancora oggi del silenzio che avvolse allora la nazionale di calcio: “Forse avremmo dovuto occuparci di più della nostra gente che soffriva. Avete vinto il titolo per il popolo, ci dissero. Era una balla. A militari e ai politici non interessava nulla degli argentini. Quando scoprimmo le vigliaccate e le porcherie di Videla, era troppo tardi”. 


Kempes si ricorda, eccome, anche della finale vinta contro l’Olanda: “I nostri avversari se ne andarono dal campo prima della premiazione. Erano troppo arrabbiati: per la sconfitta e per il fatto che secondo loro l’arbitro li aveva sfavoriti”. Anno 1978: 44 anni fa – una vita dal punto di vista calcistico – l’Argentina vinceva il suo primo titolo mondiale. Ne seguirà un altro nel 1986 con il grande Diego Armando Maradona: “Non sono mai stato uno dei suoi amici più intimi ma ogni volta che ne parlo mi assale la nostalgia: Diego è il calcio”. 


Una parata di stelle
Kempes, che vive a Bell Ville, nei pressi di Cordoba, segue sempre con molta passione il calcio, soprattutto la nazionale argentina, anche se recentemente non è stato molto tenero con Scaloni e i giocatori. Dopo la clamorosa sconfitta contro l’Arabia Saudita è andato giù durissimo. “Una banda di dopo lavoristi”, ha chiosato l’ex calciatore e opinionista televisivo di ESPN Latinoamerica. Critiche gli sono state mosse proprio negli ultimi giorni: da quando l’Argentina ha cominciato a girare. “Quanto avevo visto contro gli arabi non era di buon auspicio – ha detto Kempes – Ora siamo finalmente una squadra. È servito perdere da una nazionale di quarta fascia per aprire gli occhi e rendersi conto che un Mondiale non è una passeggiata o una parata di stelle. Questo me lo insegnò Cesar Menotti tanti anni fa”.


Sulla squadra di Scaloni aggiunge: “Non ho nessuna difficoltà a dire che ha maggiore qualità rispetto alla nostra. Ma è soprattutto per la presenza di Messi. Noi un Messi non ce lo avevamo, quell’Argentina era un complesso solido, tenace, grintoso e bene oaganizzato tatticamente”. Con un certo Kempes davanti, aggiungiamo noi: “Segnai 6 reti, tanto che oggi sono ricordato come uno dei migliori attaccanti dei Mondiali di tutti i tempi”. A proposito: sinora Messi e Mbappé in Qatar ne hanno segnati cinque. “Sarà un bel duello, i due giocatori hanno dato una forte impronta a questo campionato del mondo”, afferma Kempes.


L’ultima di Messi
Già, la sfida Messi-Mbappé è il tema principale della finalissima odierna. “Ma attenzione – afferma Kempes – sarebbe un errore pensare che da soli possano vincere il Mondiale. Credo che vincerà la squadra che giocherà da…squadra. E non solo: dico che l’Argentina dovrà temere anche Griezmann. Contro il Marocco è stato fenomenale: ha costruito, ha corso ed ha pure marcato in fase difensiva. Un Griezmann nuovo, direi…”.


Torniamo a Messi: per lui questa è l’ultima possibilità di vincere l’agognato titolo iridato: altrimenti avrà definitivamente perso il duello con Diego Maradona. “Un duello che non esiste. Per due motivi: il primo perché i due hanno giocato in epoche diverse e il secondo perché Diego è Diego, inarrivabile, irraggiungibile. Anche da Leo”. Mario Kempes è un grande estimatore del giocatore del PSG: “Ha segnato una epoca, quando lascerà sentiremo un grande vuoto. Soprattutto noi argentini. Dopo l’era Maradona, non ci aspettavamo che arrivasse Messi. È arrivato e ci ha resi molto felici, anche se non abbiamo più vinto un titolo mondiale. Ma ora, forse, il vento è cambiato”.


Mondiali fuori posto
Mario Kempes ha pesantemente criticato il Qatar e la FIFA per l’organizzazione dei Mondiali: “ Non si doveva venire qui. Assurdo. Facile dirlo ora, okay. Ma quei 6 mila morti gridano vendetta. E dico di più: se l’Argentina vincerà sarò contento ma sapere che avremo alzato al cielo una coppa insanguinata non mi renderà felice”.

MDD
 

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