Il bomber argentino, che si occupa di vini (produzione e vendita, soprattutto negli Stati Uniti e Spagna) ed è opinionista TV, si rammarica ancora oggi del silenzio che avvolse allora la nazionale di calcio: “Forse avremmo dovuto occuparci di più della nostra gente che soffriva. Avete vinto il titolo per il popolo, ci dissero. Era una balla. A militari e ai politici non interessava nulla degli argentini. Quando scoprimmo le vigliaccate e le porcherie di Videla, era troppo tardi”.
Kempes si ricorda, eccome, anche della finale vinta contro l’Olanda: “I nostri avversari se ne andarono dal campo prima della premiazione. Erano troppo arrabbiati: per la sconfitta e per il fatto che secondo loro l’arbitro li aveva sfavoriti”. Anno 1978: 44 anni fa – una vita dal punto di vista calcistico – l’Argentina vinceva il suo primo titolo mondiale. Ne seguirà un altro nel 1986 con il grande Diego Armando Maradona: “Non sono mai stato uno dei suoi amici più intimi ma ogni volta che ne parlo mi assale la nostalgia: Diego è il calcio”.
Una parata di stelle
Kempes, che vive a Bell Ville, nei pressi di Cordoba, segue sempre con molta passione il calcio, soprattutto la nazionale argentina, anche se recentemente non è stato molto tenero con Scaloni e i giocatori. Dopo la clamorosa sconfitta contro l’Arabia Saudita è andato giù durissimo. “Una banda di dopo lavoristi”, ha chiosato l’ex calciatore e opinionista televisivo di ESPN Latinoamerica. Critiche gli sono state mosse proprio negli ultimi giorni: da quando l’Argentina ha cominciato a girare. “Quanto avevo visto contro gli arabi non era di buon auspicio – ha detto Kempes – Ora siamo finalmente una squadra. È servito perdere da una nazionale di quarta fascia per aprire gli occhi e rendersi conto che un Mondiale non è una passeggiata o una parata di stelle. Questo me lo insegnò Cesar Menotti tanti anni fa”.
Sulla squadra di Scaloni aggiunge: “Non ho nessuna difficoltà a dire che ha maggiore qualità rispetto alla nostra. Ma è soprattutto per la presenza di Messi. Noi un Messi non ce lo avevamo, quell’Argentina era un complesso solido, tenace, grintoso e bene oaganizzato tatticamente”. Con un certo Kempes davanti, aggiungiamo noi: “Segnai 6 reti, tanto che oggi sono ricordato come uno dei migliori attaccanti dei Mondiali di tutti i tempi”. A proposito: sinora Messi e Mbappé in Qatar ne hanno segnati cinque. “Sarà un bel duello, i due giocatori hanno dato una forte impronta a questo campionato del mondo”, afferma Kempes.
L’ultima di Messi
Già, la sfida Messi-Mbappé è il tema principale della finalissima odierna. “Ma attenzione – afferma Kempes – sarebbe un errore pensare che da soli possano vincere il Mondiale. Credo che vincerà la squadra che giocherà da…squadra. E non solo: dico che l’Argentina dovrà temere anche Griezmann. Contro il Marocco è stato fenomenale: ha costruito, ha corso ed ha pure marcato in fase difensiva. Un Griezmann nuovo, direi…”.
Torniamo a Messi: per lui questa è l’ultima possibilità di vincere l’agognato titolo iridato: altrimenti avrà definitivamente perso il duello con Diego Maradona. “Un duello che non esiste. Per due motivi: il primo perché i due hanno giocato in epoche diverse e il secondo perché Diego è Diego, inarrivabile, irraggiungibile. Anche da Leo”. Mario Kempes è un grande estimatore del giocatore del PSG: “Ha segnato una epoca, quando lascerà sentiremo un grande vuoto. Soprattutto noi argentini. Dopo l’era Maradona, non ci aspettavamo che arrivasse Messi. È arrivato e ci ha resi molto felici, anche se non abbiamo più vinto un titolo mondiale. Ma ora, forse, il vento è cambiato”.
Mondiali fuori posto
Mario Kempes ha pesantemente criticato il Qatar e la FIFA per l’organizzazione dei Mondiali: “ Non si doveva venire qui. Assurdo. Facile dirlo ora, okay. Ma quei 6 mila morti gridano vendetta. E dico di più: se l’Argentina vincerà sarò contento ma sapere che avremo alzato al cielo una coppa insanguinata non mi renderà felice”.
MDD