Sport, 29 agosto 2022

Stagione alle porte: quale futuro per il Lugano?

LUGANO - Il Lugano non vince più il titolo dal 2006. Un’eternità, dal punto di vista sportivo. Ma gli irriducibili ed eterni ottimisti (parliamo dei tifosi) giurano che “quest’anno è la volta buona e che le sensazioni sono ottime”. Bontà loro. Dalle parti della Corner Arena prevale comunque la prudenza e un sano realismo: dirigenti, staff tecnico e giocatori mantengono un profilo basso, visto e considerato che le ultime stagioni non sono state propriamente soddisfacenti. A proposito: i bianconeri non giocano una finale per il titolo dal 2018, e da quello stesso anno escono sempre ai quarti dei playoff, fra delusione e frustrazione. Ma non solo: in una parte minoritaria della tifoseria si è pure insinuata una forma di rassegnazione, e quasi non fa più caso ai “rovesci” della squadra, come se fosse normale amministrazione. Il club, per altro, tira avanti per la sua strada, convinto che le scelte degli ultimi tempi siano quelle giuste per arrivare, un giorno, all’ottavo titolo nazionale. Non sarà facile, l’aria che tira non promette nulla di buono: le super potenze Zurigo e Zugo sembrano già sin d’ora inarrivabili. Vedremo.


Intanto sabato la squadra è stata presentata al pubblico bianconero e c’è stato, pure, il ritiro della maglia numero 38 di Raffaele Sannitz, icona HCL emigrato ad Ambrì (settore giovanile). Una giornata di festa per lanciare idealmente una stagione ormai alle porte, nella quale il Lugano spera di recitare un ruolo da protagonista.Abbiamo cercato delle risposte per capire se ci riuscirà.


Partiamo dal pubblico: nelle ultime stagioni è calato. Solo colpa del Covid 19?
Il virus ha certamente provocato un calo. Non solo a Lugano, va detto. Ma che alla Corner Arena gli spettatori siano diminuiti anche per altre cause è innegabile. Tanti tifosi si sono stancati degli scarsi risultati e delle scelte societarie. Era gente abituata a vincere e che non accetta un ruolo di secondo piano. Dopo la finale del 2018, gli abbonati era arrivati a 5 mila. Quasi mille in più rispetto a quelli attuali. Un dato su cui riflettere. Il club ha certamente commesso degli errori ma allo stadio, cari tifosi, non si va solo quando si vince o si è sull’onda di grandi risultati. La squadra va sostenuta a prescindere. L’Ambrì Piotta insegna. In questo momento il Lugano ha bisogno dei suoi fan: senza di loro sarà dura risalire ai vertici.


Tanti si chiedono, allora, dove potrà arrivare questa squadra.
Il mercato operato da Hant Domenichelli è stato buono. Ha potenziato la difesa con elementi di sicura classe come Kaski e Andersson, ha preso un portiere di nome quale Koskinen e sul fronte offensivo si è permesso di ingaggiare un attaccante di fame mondiale quale Granlund. Senza dimenticare il campione svizzero Marco Müller e i giovani promettendi Patry e Gerber. Una rosa, insomma, competitiva. Anche se non ancora all’altezza delle corazzate Zugo e Zurigo. È nostra impressione che in attacco manchi ancora qualcosa.


Giusto affiancare a Schlegel un portiere straniero?
Una scelta rispettabilissima. Anche se noi siamo convinti che così facendo si toglie la possibilità a Fatton e Fadani, visto in gran forma a Biasca, di farsi le ossa in National League. Si è tanto parlato di giovani e di una politica che li favorisse. A Lugano lo si dice da anni, ma alla fine non è esattamente così. E poi Schlegel non è certamente uno sprovveduto: quando non è condizionato dagli infortuni è uno dei migliori portieri svizzeri. Koskinen, comunque, è un grande numero 1 e su questo fatto non si può certo disquisire.


Coach Mc Sorley lo scorso anno non ha convinto. Ora ha la squadra che voleva e dovrà dimostrare di non essere bollito.
Per Chris questa sarà una stagione rivelatrice. Ha scelto lui (o quanto meno condiviso) i nuovi giocatori e ora ha la sua squadra. Per questo motivo non ha diritto all’errore. Non si pretende certo il titolo, no: ma che la squadra si qualifichi ai playoff senza dover ricorrere ai pre-playoff, in maniera convincente e dall’alto di un gioco che faccia divertire il pubblico! Certe partite noiose e inguardabili della scorsa stagione sono un ricordo sgradevole. 


Chi sarà il leader di questa squadra?
Difficile dirlo, anche perché ogni volta che si pronuncia un nome si rischia di sbagliare. Potrebbe esserlo, seconda la nostra opinione, Kaski, un elemento dotato di grande personalità. O lo stesso Granlund, finlandese campione olimpico. Alla fine però il leader, come usano dire grandi maestri dello sport, potrebbe essere la squadra.


È tornato Andersson ed è arrivato Marco Müller.
Il figlio del grande Peter campione svizzero nel 1999 è una garanzia. A Berna è cresciuto tantissimo, porterà un vissuto hockeistico di primo piano. L’ex biancoblù ha classe e visione di gioco: arriva a rinforzare un reparto che, come detto, prima avrebbe avuto bisogno di maggiore profondità.


Trattenere Elia Riva è stato un bel colpo.
Lo volevano alcune fra le società più in vista del panorama svizzero. Una su tutte lo Zugo. L’aver convinto il difensore ticinese a restare è stato certamente un ottimo colpo di mercato. Un bravo, perciò, a Domenichelli! Elia rappresenta il futuro. Se riuscirà ad evitare nuovi infortuni presto andrà in Nazionale.


Sarà la stagione di Luca Fazzini?
Lo si dice da qualche anno e in realtà Luca negli ultimi quattro o cinque anni ha vissuto dei momenti davvero incredibili, diventando anche casco giallo. Gli manca, purtroppo, la continuità. Toccherà a Mc Sorley farlo crescere da questo punto di vista. Domanda: come vanno le cose fra i due? Perché alla base di tutto c’è il rapporto schietto e corretto fra le parti, fra un tecnico ed un giocatore. Se così sarà, Luca non potrà che trarne benefici.


Ci si attende la conferma di Calvin Thürkauf.
È stato la rivelazione della scorsa stagione. Carattere, grinta, leadership e tante reti per la squadra. Averlo in rosa è una gran bella cosa. Confermarsi non sarà semplice. Ma lui ha tutte le qualità necessarie per farlo.


Sulla carta giudizio dunque positivo per questo Lugano.
Dimenticandoci delle amichevoli, che hanno un valore assolutamente relativo, possiamo dire che i bianconeri sono messi meglio rispetto alla scorsa stagione. In più Arcobello, Carr e Josephs, altri giocatori d’importazione, scalpitano: se la forma li terrà potrebbero rivelarsi un’arma in più per la squadra di Mc Sorley.


Facciamo il gioco dei pronostici. Come finirà la regular season dei bianconeri?
Senza infortuni, una spina nel fianco lo scorso anno, il Lugano può chiudere nelle prime sei e qualificarsi direttamente ai playoff. Meglio dei bianconeri ci sono soltanto Zugo e Zurigo. Poi 5/6 squadre che possono lottare per i posti disponibili. E fra le quali ci mettiamo anche l’Ambrì Piotta, che ha allestito una squadra in grado di dare fastidio a chiunque.

RED.

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