Sport, 22 luglio 2022

Le vicende di Tino Asprilla seduttore e rissoso incallito

Il controverso percorso del calciatore colombiano, attaccante di grande talento

LUGANO - Si chiama Faustino Hernan Asprilla Hinestroza. In Colombia, come nella maggior parte dei paesi latino-americani, si usa così: nomi e cognomi lunghissimi. Per tutti, diventerà semplicemente Tino Asprilla e sarà “genio e sregolatezza” il suo marchio di fabbrica. Nasce a Tuluà, una cittadina della provincia del Valle del Cauca non molto distante dalla rutilante e discussa Cali, un tempo patria e capitale del narco-traffico internazionale (insieme a Medellin). Quando viene alla luce, il 2 novembre del 1969, la Colombia è un paese in piena guerra civile. La sua famiglia è povera, e i suoi genitori lavorano i campi. Il ragazzo cresce in piena libertà e si trascina perennemente ai piedi una palla da “futbol”. Si capisce subito che ha talento e presto viene reclutato dal Deportivo Cucutà, nel quale esordisce nella massima lega cafetera nel 1988. Ha soltanto 19 anni ma in tutto il paese si parla di lui: veloce, spettacolare e furbo. A volte deride i suoi avversari che per fermarlo non esitano ad usare le maniere forti.


Nel Cucutà resta poco e dopo una stagione a suon di gol passa all’Atletico Nacional, il club colombiano più importante del momento. E non solo per meriti sportivi ma anche perché il suo proprietario e finanziatore altri non è che Pablo Escobar, il più potente narcotrafficante dell’epoca. In tre stagioni Tino realizza gol a bizzeffe. Guadagna soldi a palate. Un guaio per chi non li sa gestire o non gli attribuisce valore. Intanto però la sua fama varca l’Oceano Atlantico e per il suo cartellino si scatena una vera e propria asta. Alla fine la spunta il Parma di Pedraneschi che sborsa 4 milioni di euro. Ma gli inizi sono tutt’altro che incoraggianti: l’attaccante non riesce ad inquadrarsi negli schemi del tecnico Nevio Sala, qualcuno dice che si tratta di un bidone. Poi però con il passare del tempo, il colombiano capisce il calcio italiano e il Parma, neopromosso in Serie A, decolla . 



Asprilla però non ha solo il vizio del gol: nella vita privata è uno che, come si suol dire, è sempre in movimento. Adulatore, seduttore e tossicodipendente, trascorre tre anni in Emilia facendo la bella vita. Poi arriva il Newcastle, che gli offre un pacco di soldi e lui non si fa pregare: lascia l’Italia per il Nord Inghilterra. Non senza problemi. Dopo aver raggiunto un accordo con il club di Callisto Tanzi, gli inglesi riscontrano la sua positività al doping negli esami medici preliminari. Ma è troppo tardi per mandare all’aria tutto: il Newcastle è costretto a tesserarlo e sborsare 20 milioni di euro.


Con Asprilla gli inglesi sfiorano il titolo in due occasioni consecutive ma alla fine il suo carattere rissoso e le sue bravata extra-campo convincono i Magpies che può...bastare. Il Parma non si fa pregare e lo riporta in Italia. Ma non sarà come prima. Il giocatore nel frattempo si è incupito e fatica sempre più ad accettare le regole di una normale convivenza con il prossimo. Prende a schiaffi la moglie, partecipa a festini hot e spesso finisce sui giornali per i suoi atteggiamenti irritanti e poco consoni alla vita di un calciatore profumatamente pagato.


La sua carriera è ormai al capolinea: partecipa comunque ai Mondiali degli Stati Uniti 1994 e viene tagliato dalla rosa per quelli francesi del 1998. Incompatibilità con l’ambiente e la rosa.


Diversi gli episodi non legati al calcio che hanno portato alla ribalta Tino Asprilla. Nel 1993 posa nudo per una rivista colombiana e partecipa anche ad un film porno poi sequestrato dalla magistratura. Nel gennaio del 1995 è arrestato per porta d’armi perchè trovato in possesso di due pistole. Viene condannato a 7 mesi, sospesi con la condizionale. E ti pareva. Anni dopo, nel 2008, finisce in galera per aver sparato contro la polizia con una mitraglietta. Fra le sue storie incredibili, come non citare poi quella volta che a pochi giorni dalla semifinale di Coppa delle Coppe fra il Parma e l’Atletico Madrid (nella quale segnerà due reti) tornò dal suo ranch colombiano con una fasciatura alla gamba. Disse che si era tagliato con una bottiglia durante un tuffo in piscina, in realtà era stato al centro di una scazzottata con un autista di un autobus. Anche quella volta finì in prigione non prima di aver fatto una sosta all’ospedale.

JACK PRAN

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