Sport, 30 maggio 2022

“Alcaraz, che potenziale! Sulla carta un numero 1”

La ticinese Susan Bandecchi analizza il momento del tennis e i suoi nuovi campioni

PARIGI (Francia) - La ticinese Susan Bandecchi (WTA 190) non è riuscita nel suo obiettivo principale della stagione: non ha infatti superato il turno di qualificazione per accedere al tabellone degli internazionali di Francia in corso di svolgimento al Roland Garros di Parigi. Poco male: Susan non è certo una ragazza che si arrende facilmente e da settimana prossima inizierà la fase di avvicinamento a Wimbledon, che prevede la disputa di un paio di tornei. Dapprima ad Hertogenbosch, in Olanda, e poi al Queen's londinese; due occasioni per affinare la forma e prepararsi per la fase di accesso al più prestigioso avvenimento tennistico dell’anno. Nella speranza che la delusione per la mancanza di risultati sulla terra rossa francese, si trasformi in energia positiva per le qualifiche sull’erba inglese. Nei giorni scorsi, subito dopo l’esperienza parigina, l’abbiamo raggiunta per fare un punto della situazione: della sua stagione e del tennis in generale.


Susan: al Roland Garros non è andata come avrebbe voluto.
Il torneo francese era un obiettivo importante. Volevo qualificarmi per il tabellone principale e salire di qualche posizione nel ranking mondiale (WTA 218, ndr). Purtroppo non è andata bene. Dopo aver passato il primo scoglio, sul secondo mi sono arenata. La rumena Buzarnescu ha fatto valere la sua maggiore esperienza e alla fine ho dovuto arrendermi. Dare il massimo stavolta non è bastato.


Ora la sua testa è già ai prossimi impegni.
Nel tennis, come nello sport, non c’è tempo per pensare a quanto è stato e avrebbe dovuto (o potuto) essere. Sono già concentrata sui tornei che disputerò da settimana prossima in Olanda e in Inghilterra. Dapprima sarò ad Hertogenbosch e quindi a Londra. Una fase stagionale molto importante per capire a che punto sono: non vedo l’ora che inizi la qualificazione per il torneo principale di Wimbledon. Sono motivata e sono sicura di essere sulla strada giusta.


La tennista ticinese residente a Milano è sempremolto attenta alle dinamiche e agli avvenimenti che caratterizzano il suo sport prediletto.
Il tennis ha ormai cambiato faccia rispetto a qualche decennio fa. Si gioca tutto l’anno e ci si sposta in continuazione. Oggi sei a Parigi, domani a Londra, dopo domani dall’altra parte dell’Oceano. Lo stress fisico e psicologico è aumentato e non c’è tempo per fermarsi a pensare. Si deve stare concentrati anche sui minimi dettagli. E in fondo questo è un aspetto che aiuta a crescere. La gestione delle risorse è fondamentale. Insomma: bisogna stare sempre sul pezzo.
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E sul pezzo sembra starci un certo Carlos Alcaraz, nuovo fenomeno del tennis internazionale.
Beh, lui è da tenere d’occhio (ride, ndr). Ultimamente ha espresso un tennis molto efficace, veloce e dinamico. È giovane ed ha voglia di arrivare lassù in cima al ranking. Il potenziale c’è ed è sotto gli occhi di tutto. Poi bisognerà capire se sarà in grado di reggere a quelle situazioni di cui parlavo prima.
Per diventare un campione vero, alla Roger Federer tanto per intenderci, non basta il solo talento. Al netto di tutto, sono curiosa di vedere l’evoluzione tecnica di questo giovane talento.


A proposito: meglio Carlos Alcaraz o Jannik Sinner?
Sono entrambi fortissimi. Quello che per ora li distingue è il fatto che lo spagnolo ha meno timori riverenziali quando gioca contro avversari più esperti e prestigiosi. Gioca senza paura contro chiunque, con sfrontatezza e grinta. Per contro l’italiano deve ancora migliorare questo aspetto. Ma sono convinta che anche lui prima o poi migliorerà.


Ormai sono più di 10 anni che il tennis vive il dominio del trio Federer-Djokovic-Nadal. Non ha forse bisogno di un ricambio generazionale?
Premesso che non è certo colpa dei tennisti citati se da tempo primeggiano a livello planetario. Djokovic e Nadal sono sempre i migliori mentre lo svizzero aspetta solo di rientrare per poi annunciare il suo ritiro. Ma alle loro spalle qualcosa si sta muovendo e direi che proprio Alcaraz sia il principale indiziato alla loro successione. Come detto ha potenziale e talento. In prospettiva lui e Sinner mi sembrano i nomi più accreditati ad un ricambio dei vertici. O quanto meno potranno fungere da traino del settore maschile.


Potrebbe accadere che dopo l’era Djokovic-Nadal (e prima Federer) anche fra gli uomini arrivi una fase in cui ai piani alti del ranking ci saranno continui cambiamenti? Un pò come nel tennis femminile.
Bella domanda. Le premesse ci sono, perché non sarà facile che qualcuno riesca ad affermarsi in modo perentorio e continuo come Nole o Rafa, tanto per dire. Di certo esiste la possibilità che ai vertici ci potrebbero essere frequenti cambiamenti come è accaduto negli ultimi anni a livello femminile. Questo sicuramente.


Restando in argomento: senza Ashleigh Barthy il tennis delle donne ha perso qualcosa di importante.
Ashleigh ha lasciato il segno. Un po' come le sorelle Williams. Trovarne un’ altra così non sara facile.

MDD

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