Coduri: è passata un’eternità…
Lascia perdere... (ride). Il tempo vola ed oggi siamo qui a commentare qualcosa che sembra di un’ altra era. In realtà quelli furono tempi memorabili per il calcio ticinese. E non solo per il Lugano. A Bellinzona si viveva per l’ACB, a Chiasso si accendevano passioni incredibili.
Tutto ciò era dovuto a qualche motivo particolare?
Non credo ci fosse una formula magica. Ma il fatto che le squadre fossero composte quasi esclusivamente da elementi locali scatenò un grande entusiasmo. La gente si identificava nei propri giocatori, li conosceva uno per uno. E i nomi sulle maglie non esistevano ancora. Certo: il mondo è cambiato, gli interessi sono aumentati, e i giovani guardano anche ad altre discipline. Per questo non dico che le dirigenze degli ultimi decenni abbiano sbagliato. Semplicemente non siamo più negli Anni Sessanta…
Nostalgia canaglia, vero?
Diciamo che furono anni meravigliosi e che ben difficilmente si ripeteranno. Il mondo ora va a mille all’ora, e bisogna guardare avanti. Prendiamo il Lugano: con lo stadio nuovo potrebbero cambiare tante cose…
Più spettatori, per esempio.
Esatto. Oggi a Cornaredo ce ne sono pochi, ed è un peccato perché la squadra gira bene. E poi il tecnico è un momò. Croci Torti mi piace, sa il fatto suo. Il quarto posto attuale è farina del suo sacco.
Torniamo alla finale del 1968.
Il più bel ricordo riguarda il presidente Malfanti. Quando giunsi in tribuna per ricevere la Coppa mi diede una carezza e quel gesto per me significò moltissimo. Un ricordo indelebile. Cechin era una persona molto umana. Si emozionò anche lui.
Non fu facile vincere.
Assolutamente no. Il Winterthur giocava in Lega Nazionale B e quindi il Lugano partiva come grande favorito. Anche se avevano la promozione ormai a portata di mano, gli zurighesi non avevano nulla da perdere. E infatti ci misero in difficoltà.
Ma alla fine trionfò il Lugano.
La grande forza di volontà ci permise di stare a galla. Il nostro era un gruppo formidabile. Non perdemmo mai di vista la situazione e il controllo dei nervi. Eppoi Simonetti segnò la rete decisiva, bellissima, nel finale, quando tutti pensavano già ai supplementari.
Senta Coduri: questo Lugano potrà emulare a Berna quello di Louis Maurer?
Glielo auguro con tutto il cuore. Non sarò al Wankdorf ma guarderò la partita in TV insieme a mio nipote Claudio. Sperem…
M.A.